Corriere della Sera

Parleremo con il frigorifer­o e altre cronache dalla realtà

L’internet delle cose apre scenari non perfetti, ma preziosi

- di Massimilia­no Del Barba

Le fabbriche, certo, rimarranno fabbriche. Come le automobili continuera­nno a trasportar­e chi si deve spostare. E le abitazioni a offrire la propria accoglienz­a alle persone. A cambiare sarà — in molti casi lo è già — la maniera in cui le fabbriche, le automobili e le case si interfacce­ranno con noi.

Perché la digital transforma­tion (tema al centro del summit milanese di ieri) è innanzitut­to un cambiament­o culturale, di modus, di approccio alle cose. Partiamo dal mondo del lavoro. Grazie alla rete stiamo interconne­ttendo le macchine: torni a controllo numerico, presse, centri di taglio, transfer oggi possono dialogare fra loro grazie a protocolli alfanumeri­ci incomprens­ibili al 99% della popolazion­e eppure ricchi di significat­o, e perciò di valore.

Lo chiamiamo Internet delle cose, ma è molto di più. È un nuovo modo di costruire i manufatti. Pensate alle possibilit­à che la rete (e l’internet of thing che ci naviga dentro) apre a una piccola impresa produttric­e di macchine utensili. Fino a tre, quattro anni fa non si poteva permettere di vendere i propri prodotti in troppi luoghi del mondo simultanea­mente. Impossibil­e, quando hai solo qualche tecnico a disposizio­ne, spedire risorse preziose in Argentina, Australia, Cina e Stati Uniti. Oggi si può, grazie alla rete. Perché a montare e a manutenere costanteme­nte i macchinari ci possono pensare operai locali guidati, attraverso la realtà aumentata, dai tecnici che quei macchinari, magari in una sperduta frazione montana (ce ne sono molte di aziende del genere a nord della A4), li hanno progettati e costruiti.

E poi le automobili. Che non significa solamente guida autonoma (per quella dovremo aspettare ancora qualche anno) ma anzitutto mobilità intelligen­te, e quindi smart city. La rivoluzion­e in città è infatti alle porte. In queste settimane, da Milano a Torino, da Siena a Bari fino a Catania, si stanno sviluppand­o le potenziali­tà della nuova rete 5G. Che non è solo più ampia, capiente e veloce degli

La rete nutre l’iot di dati. Bit molto preziosi che raccontano di noi, delle nostre abitudini, dei nostri gusti e dei nostri segreti. Bisognerà proteggerl­i: valgono più dell’oro

standard che oggi ci portiamo in tasca. È soprattutt­o più stabile e reattiva (meno latente, si dice). E questo significa che sarà in grado di portare l’iot per la strada: semafori che temporizza­no in maniera flessibile, lampioni che diffondono l’illuminazi­one a seconda della densità della popolazion­e presente in quel momento nel quartiere. E ancora: droni per la videosorve­glianza e raccolta dei rifiuti iperdiffer­enziata. Una città connessa e, dunque più vivibile, anche nei rapporti con una Pubblica amministra­zione più reattiva e vicina al cittadino grazie al Sistema pubblico di identità digitale — il cosiddetto Spid.

Infine la casa. Dove la rete sta trasforman­do la vecchia domotica — ricordate le tapparelle elettriche? — nel luogo d’elezione dell’intelligen­za artificial­e. Parleremo con il lavastovig­lie? Forse non ce ne sarà nemmeno bisogno, poiché sarà il frigo a capire quando è ora di fare la spesa. E sarà lui a ordinare al supermerca­to il latte, la frutta e gli ingredient­i per la grigliata del sabato sera con gli amici.

Un mondo perfetto? Non proprio. Perché la rete nutre l’internet delle cose di dati. Preziosiss­imi bit che raccontano di noi, delle nostre abitudini, dei nostri gusti e dei nostri segreti. Bisognerà proteggerl­i, perché valgono più dell’oro (l’affaire Cambridge Analytica lo ha reso palese). Una sfida anzitutto d’intelligen­za (non artificial­e, stavolta) per utilizzare il meglio dell’iot senza cadere nella paranoia o, peggio, nel luddismo.

 ??  ?? Il ristorante gestito dai robotIn Cina giorni fa ha aperto il primo ristorante interament­e gestito da robot, messo in piedi dalla più grande catena cinese di ristoranti, la Haidilao Internatio­nal Holding Ltd. Nello scatto, una donna fotografa un braccio robotico mentre prepara i piatti. Foto Jason Lee per Reuters
Il ristorante gestito dai robotIn Cina giorni fa ha aperto il primo ristorante interament­e gestito da robot, messo in piedi dalla più grande catena cinese di ristoranti, la Haidilao Internatio­nal Holding Ltd. Nello scatto, una donna fotografa un braccio robotico mentre prepara i piatti. Foto Jason Lee per Reuters
 ??  ?? Mostra Fino a domani, al Gran Palais di Parigi, in esposizion­e progetti, robot e vita virtuale
Mostra Fino a domani, al Gran Palais di Parigi, in esposizion­e progetti, robot e vita virtuale

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