Corriere della Sera

Cacciatori di record

Si avvicina per i bianconeri il ciclo più tosto del campionato Juve pronta a riprendere la marcia ma Allegri pensa solo alla Spal «Non mi fido, un passo alla volta»

- Paolo Tomaselli

A un certo punto non si può farne a meno: bisogna riaprire il pesante tomo dei record, perché la Juventus continua a scrivere nuove pagine. Solitament­e però questo è il momento in cui Massimilia­no Allegri comincia a infastidir­si: non tanto per un ancestrale riflesso scaramanti­co (legittimo) ma soprattutt­o perché aggiungere ulteriori oneri alla sua squadra può essere controprod­ucente, oltre che inutile. Perché l’unico libro che interessa a Max è l’albo d’oro. Ovviamente i due concetti — vincere e farlo a suon di record — sono legati uno all’altro, ma la ricerca ossessiva dei primati può far perdere di vista gli obiettivi nel loro complesso. Accadde un anno fa al City di Guardiola: senza mai decelerare in campionato (per diventare la prima in Premier a toccare quota 100) la sua squadra arrivò alla settimana clou di Champions ai quarti col Liverpool in riserva,

Allegri Per mantenere i 6 punti sul Napoli e i 9 sull’inter bisogna vincere sempre. Il Pallone d’oro? Be’, l’ho già detto e mi ripeto, lo avrei dato a Ronaldo

fisica e mentale.

Così ad Allegri l’istigazion­e a nuovi record sembra quasi una strategia più utile agli avversari: se va bene (ovvero la Juve perde colpi) allora il fragore è maggiore; se va male (ovvero la Juve riscrive la storia) allora l’alibi per chi non riesce a contrastar­ne il dominio si rafforza. Eppure davvero non si può far finta di niente di fronte al primato di 34 punti su 36 conquistat­i in campionato (unico pareggio, col Genoa allo Stadium) e di fronte al fatto che con altre 7 vittorie nell’anno solare i punti salirebber­o a 103, una prima assoluta, senza finora nemmeno una sconfitta in trasferta. Unico particolar­e: Spal oggi, ma soprattutt­o Fiorentina, Inter, Torino, Roma, Atalanta e Samp da qui al 29 dicembre, sembrano il filotto più impegnativ­o dell’agenda bianconera.

«Ma non è un tour de force — sottolinea per ben due vol-

te l’allenatore che ha appena fatto poker di Panchine d’oro (altro record) — perché non giochiamo sempre ogni tre giorni. Per mantenere i sei punti sul Napoli e i nove sull’inter c’è una sola cosa da fare, vincere, a cominciare da questa sfida con la Spal: se non sei ordinato “ti mettono a giro”. Quindi facciamo un passetto alla volta».

Per la Juve, che ha il miglior attacco (26 gol fatti, come il Napoli) e la miglior difesa (8 subiti), in questo momento sono quasi più importanti i record di Ronaldo. Quello «negato», ovvero il sesto Pallone d’oro in carriera («Ho già detto che l’avrebbe meritato lui» sottolinea Allegri) e pure quello dei gol fatti con la Juve: il portoghese è a quota 9 in 15 partite e, dato che detiene il record di pericolosi­tà in tutta Europa, avendo partecipat­o a 108 tiri (con 88 conclusion­i personali e 20 assist), potrebbe quindi far meglio di Filippo Inzaghi (a quota 10 reti dopo 18 gare), primatista in questa ennesima classifica. CR7 sarà titolare come sempre, riposato come non mai, dato che per la prima volta ha saltato la convocazio­ne per tre volte di fila con la sua Nazionale, griffata Nike.

Non c’è ovviamente la controprov­a che questa e altre decisioni — come l’esclusione dal podio del Pallone d’oro e quella clamorosa del premio Puskas per il miglior gol dell’anno — siano influenzat­e dal caso Mayorga (la donna che lo accusa di stupro, ndr). Ma in attesa di capirlo meglio, abbattere nuovi record può essere un passatempo molto utile. Non solo per Cristiano.

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