Caccia al ragazzo della bomboletta «Per 469 posti, venduti 1.400 biglietti»
Si cerca un giovane con cappuccio. La discoteca già chiusa nel 2017 per carenze nella sicurezza
L’inchiesta per omicidio colposo del procuratore di Ancona Monica Garulli si muove su due fronti: la ricerca di chi ha provocato l’ondata di panico finita con 6 morti; la verifica della regolarità dei comportamenti dei gestori del locale.
Da un lato sembra accertato che un adolescente armato di spray al peperoncino abbia scatenato l’allarme alla «Lanterna azzurra» provocando il fuggi fuggi: forse un diversivo per rubare i cellulari dei suoi coetanei, oppure un assurdo «gioco». Sulla sua individuazione c’è ottimismo da parte degli investigatori: alcuni testimoni hanno descritto un ragazzino nascosto dal cappuccio che avrebbe utilizzato la bomboletta sprigionando la sostanza urticante nell’aria. Altri parlano di un ragazzo col cappello e una maschera.
Dall’altro lato, invece, potrebbe esserci la responsabilità dei gestori che avrebbero venduto più biglietti del previsto, stipando 1.400 persone (il numero preciso dei presenti è ancora da accertare) in uno spazio che poteva contenerne 469, quant’era la capienza dell’unica sala aperta al pubblico in un locale da 880 posti complessivi. Forse la discoteca di una frazione di provincia era poco attrezzata per una serata con il rapper Sfera Ebbasta. E adesso c’è chi dice che in quel locale hanno già dimostrato di avere più sensibilità per il business che per la security, spiegando che, proprio per carenze sotto il profilo della sicurezza, il locale era stato sottoposto a chiusura nel 2017.
L’inchiesta, per ora senza indagati anche se nelle prossime ore ci potrebbero essere le prime iscrizioni, è partita già nel cuore della notte: alle nove di ieri i carabinieri del Nucleo Investigativo, guidato dal comandante Cristian Carrozza, avevano ascoltato circa ottanta persone fra clienti e personale della discoteca. Tre deleghe sono partite in simultanea: carabinieri, polizia e Vigili del fuoco, tutti incaricati dalla Procura di fare gli accertamenti necessari. Individuare chi ha usato lo spray urticante non dovrebbe essere difficile, considerata la quantità di testimonianze raccolte. La voce di una banda di adolescenti armati di spray al peperoncino non ha trovato per ora conferme a livello investigativo.
Procede anche la ricostruzione dell’esatta dinamica della tragedia. Uno dei testimoni ha sottolineato una sorta di schizofrenia nelle direttive dei vigilantes all’interno della sala: «In un primo momento — ha ripetuto — ci hanno spinto all’interno, poi ci hanno gridato di andare verso l’uscita di metri
Lacrimazione prolungata
Infiammazione a occhi, mucose nasali e orali
Possibile perdita del controllo motorio e panico Bruciore Tosse emergenza». Può darsi che l’incongruenza fosse dovuta al panico, ma le indagini dovranno accertare il funzionamento delle uscite di emergenza. Il locale è stato sottoposto a sequestro per consentire di sciogliere tutti i dubbi.
Dal curriculum del titolare, Alberto Micci, affiorano precedenti. La «Lanterna Azzurra» era stata sottoposta a controlli da parte della commissione di vigilanza sui locali di spettacolo e a ottobre del 2017, poco più di un anno fa, i Vigili del fuoco, guidati da Dino Poggiali, avevano notificato la chiusura per una serie di irregolarità sull’impianto elettrico e sulla sicurezza (dalla segnaletica agli estintori non a norma). Quarantacinque giorni dopo il proprietario si era messo in regola. Ma la security non era l’unico neo. Un’ispezione della Finanza dello scorso febbraio aveva accertato l’impiego di dipendenti non in regola. Micci utilizzava personale senza contratto: su 31 dipendenti 23 erano in nero e i finanzieri, guidati dal generale Vincenzo Amendola, gli avevano comminato una maxi multa. L’inchiesta
I carabinieri, che stanno conducendo le indagini, hanno sentito circa 80 persone fra clienti e personale della discoteca
Per ora non ci sono indagati anche se le prime iscrizioni potrebbero arrivare nelle prossime ore
Il reato ipotizzato nel troncone che riguarda i gestori è omicidio colposo.
Gli inquirenti cercano anche chi ha usato lo spray urticante
L’inchiesta
La Procura procede per omicidio colposo: già interrogate 80 persone fra clienti e personale
hanno diritto alla sicurezza ovunque, nei luoghi di lavoro come in quelli di svago». Per il premier Giuseppe Conte, giunto ieri all’ospedale di Ancona per esprimere «vicinanza commossa» alle vittime di «questa tragedia inaccettabile», bisogna «adottare tutte le cautele». Conte lancia un appello ai gestori delle discoteche a «essere responsabili e vigilare» e promette di «valutare provvedimenti per garantire l’incolumità dei nostri piccoli: dobbiamo capire se di strumenti come lo spray urticante possa essere fatto un uso improprio». Obietta il vicepremier Matteo Salvini: «Lo spray ha salvato la vita a tante donne difendendole dagli stupratori. Anche il mattarello per la pasta può essere pericoloso, anche le forbici da sarta». Il ministro dell’interno, anche lui ad Ancona per «offrire, da padre, solidarietà» aggiunge: «Se uno pensa di fare uno scherzo, sappia che chi sbaglia paga». E avverte: «Sei morti per fatalità non si possono accettare». Quindi si sofferma sulle cifre (1.400 biglietti per una sala da 469 posti): «È stato un mix di stupidità, cattiveria, avidità».