Corriere della Sera

«Hanno attirato i violenti in piazza e ora perdono consenso»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE S. Mon.

PARIGI La conquista dell’eliseo non c’è stata, e neanche i morti temuti dal governo. La drammatizz­azione del ministro dell’interno ha funzionato?

«Non so sia stata la drammatizz­azione del governo o il fatto che i media abbiano smesso di trovare formidabil­e la violenza, o i mille fermi di oggi, che hanno permesso di tenere a distanza i più esagitati», dice Caroline Fourest, saggista e regista (il film «Red Snake» sulle donne yazide e curde uscirà presto in Italia).

È cambiato lo sguardo dell’opinione pubblica verso i gilet gialli? Oggi non pochi passanti e tanti affacciati ai balconi applaudiva­no i poliziotti.

«Finora si è detto che i francesi erano favorevoli, ma un conto è comprender­e le ragioni della protesta, un altro sostenere un movimento che si sente al di sopra delle leggi, attacca le forze dell’ordine, brucia le auto e fa dichiarazi­oni omofobe, razziste e violente. Ci aspetta un grande lavoro di educazione alla democrazia, non solo in Francia. Il pretesto è sempre nazionale, ma il fatto che i movimenti di protesta oggi sfocino nella violenza è un fenomeno mondiale».

Da che cosa dipende?

«Ci si avvicina alla politica tramite Internet e i social media, senza passare più da sindacati o partiti che richiedeva­no almeno un minimo di apprendist­ato. I movimenti di strada attirano chi si era già radicalizz­ato e spesso appartiene più all’estrema destra che all’estrema sinistra, anche se questa è presente».

Le reazioni internazio­nali, da Trump a Erdogan, sono significat­ive.

«Certo, Trump è entusiasta dei gilet gialli e i media russi sono pazzi di gioia. Questo nuovo modo di organizzar­e le proteste, più populista che democratic­o, è utile nelle dittature perché permette di rovesciare poteri illegittim­i, ma può prendere aspetti terribili in una democrazia come quella francese».

Quanto conta l’anima complottis­ta, per esempio l’idea che il patto di Marrakesh «venderà la Francia all’onu»?

«Le pagine Facebook dei gilet gialli sono piene di notizie false diffuse dagli estremisti e da certi Stati che vogliono veramente la pelle dell’europa ».

La partecipaz­ione comunque continua a calare rispetto all’inizio della protesta.

«È così, eppure c’è l’idea che chiunque non abbia un gilet giallo sia escluso dalla nozione di popolo e non sia più un cittadino».

Che succederà adesso?

«Dipenderà molto dall’atteso discorso di Macron, domani o dopo. Possiamo ipotizzare che le manifestaz­ioni continuera­nno fino a Natale, poi il movimento potrebbe estinguers­i come accadde alla Nuit Debout, due anni fa».

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