A processo per stupro, violenta una donna
Rimini, arrestato il titolare di un locale di kebab. Rinviato a giudizio il 3 settembre, era a piede libero
RIMINI In attesa del processo per violenza sessuale, ma a piede libero, è stato arrestato nuovamente con l’accusa di stupro. Un cittadino pachistano di 54 anni venerdì scorso è stato fermato per violenza sessuale e sequestro di persona. La vittima è una studentessa riminese di 23 anni che l’uomo ha conosciuto nel locale di kebab del capoluogo romagnolo di cui è proprietario.
Le indagini erano partite alla fine di ottobre, quando la studentessa si era presentata al Pronto soccorso della città raccontando di essere stata violentata per tutta la notte nell’abitazione di un uomo incontrato la sera prima nel suo locale.
A rendere credibile il drammatico racconto della ragazza i lividi e le ecchimosi riscontrati dai medici su tutto il corpo e giudicati compatibili con la violenza. La Polizia del capoluogo romagnolo, in poco tempo è risalita al cittadino pachistano scoprendo però che si trattava della stessa persona denunciata tre mesi fa da un’altra vittima di stupro. Sull’uomo pendeva infatti, dal settembre scorso, un rinvio a giudizio, sempre per violenza sessuale e sequestro di persona.
Alla fine dell’estate una giovane donna russa, domiciliata in città, aveva raccontato una storia del tutto analoga a quella della 23enne. Aveva detto di essere stata sequestrata in casa dal pachistano e di avere subito violenze per tutta la notte. Le indagini hanno permesso di accertare che la sua denuncia era fondata, tanto che il commerciante era stato rinviato a giudizio, ma rimanendo in libertà in attesa del processo.
Un mese dopo, però, l’uomo si sarebbe reso responsabile di una seconda aggressione. Con modalità del tutto analoghe. Le due vittime che accusano il pachistano hanno raccontato due storie sovrapponibili. Dinamiche e modalità analoghe per episodi accaduti a distanza di oltre un mese l’uno dall’altro, con vittime due donne che non si conoscono e che non sono mai entrate in contatto tra di loro. In particolare, secondo il gip Vinicio Cantarini, il 54enne entrava in azione «facendo ricorso a un modus operandi ben collaudato basato sulle proprie capacità di persuasione tese a conquistare la fiducia delle vittime». Nei dettagli, le attirava nella sua abitazione con la scusa di sorseggiare una tazza di the per poi chiudere a chiave la porta di casa, rendendo vano ogni tentativo di fuga. Infine costringeva le ragazze ad avere rapporti con lui per liberarle soltanto all’alba del giorno dopo. Il profilo di uno stupratore seriale, che ora si trova nel carcere dei Casetti di Rimini.
Il locale di cui risulta titolare, nei pressi della stazione di Rimini, è molto frequentato dagli studenti delle vicine scuole superiori ma anche dagli universitari. Si trova infatti a pochi passi dal campus accademico della città e nelle immediate vicinanze del residence universitario dove abitano numerosi studenti fuorisede.