Corriere della Sera

Colpi di sonno e apnee notturne Un aiuto arriva dal dentista

- C.mar.

«Sua moglie le dà le gomitate di notte perché russa troppo? È in sovrappeso? È iperteso?» Se il vostro dentista vi fa queste domande durante una normale visita di controllo vuol dire che svolge in modo completo il suo lavoro e ricopre bene il ruolo di «sentinella epidemiolo­gica» affidato dal ministero della Salute nel 2014 agli odontoiatr­i per intercetta­re attraverso un rapido screening le Osas, la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno. È un problema di cui si parla poco ma ha ricadute concrete, talvolta drammatich­e, sulla sicurezza stradale (e non solo). Secondo gli ultimi dati Aci (Automobile Club Italiano) i colpi di sonno alla guida dell’auto sono responsabi­li del 7% dei 175 mila incidenti stradali ogni anno in Italia, con conseguenz­e stimabili in 250 morti e oltre 12 mila feriti. Anche i dati dell’inail sono inquietant­i: si parla di un milione di incidenti sul lavoro ogni anno dovuti alle Osas con 1200 morti e 25 mila invalidi permanenti, nonché 16 milioni di giornate lavorative perse. Una strage silenziosa dai costi altissimi e sottostima­ti.

Dodici milioni di italiani soffrono di apnee notturne. «Si stima che in Italia l’80% dei casi non sia diagnostic­ato» spiega Paolo Appendino, direttore del reparto di Odontostom­atologia all’ospedale Mauriziano di Torino, dove a novembre si è svolto un convegno su questo tema. E, dato ancor più allarmante, è che nel nostro Paese solo il 17% dei pazienti con questa patologia viene curato contro l’88% della Francia, l’85% della

Al volante

Sette incidenti su cento nel nostro Paese sono causati da disturbi del sonno

Germania e il 71% della Spagna. È in questo contesto che si inserisce il ruolo del dentista. I dati Istat 2013 dicono che gli odontoiatr­i sono circa 58 mila su tutto il territorio italiano ed il 38% dei pazienti al di sopra dei 3 anni vi si reca almeno una volta all’anno per un totale di circa 20 milioni di visite: il dentista è dunque una figura chiave per intercetta­re il sommerso.

Come? Con un’anamnesi mirata volta ad indagare ipertensio­ne, obesità, russamento notturno e sonnolenza diurna. Il sospetto diagnostic­o del dentista va confermato dalla polisonnog­rafia dello pneumologo. «I casi lievi o medio-lievi possono essere trattati con successo dal dentista con l’applicazio­ne di bite da portare durante il sonno per l’avanzament­o mandibolar­e» spiega Appendino.

Per i casi più seri l’opzione prescelta è la ventilazio­ne notturna applicata dallo pneumologo. I bite funzionano e sono ben tollerati dai pazienti ma ci sono delle criticità. La fascia di popolazion­e più colpita dalle Osas è sopra i 65 anni e questi apparecchi vanno ancorati ai denti che spesso con l’età sono sostituiti da dentiere. Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale non rimborsa i costi del dispositiv­o, che sono però di gran lunga inferiori a quelli sanitari e sociali derivanti dalla mancata cura della patologia.

Le stime in Italia

L’80 per dei casi di «Osas» non viene diagnostic­ato e solo il 17 per cento è curato

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