Corriere della Sera

Addio?

Il più ampio studio internazio­nale in materia ha testato il primo farmaco per l’immunotera­pia contro le reazioni ai cibi. I risultati sono incoraggia­nti

- Elena Meli

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In un prossimo futuro sarà possibile «dimenticar­si» di essere allergici alle arachidi, shock anafilatti­co compreso. Ciò grazie al primo farmaco per l’immunotera­pia di un’allergia alimentare, sperimenta­to attraverso il più ampio studio internazio­nale mai condotto sul tema: i risultati, presentati all’ultimo congresso dell’american College of Allergy, Asthma and Immunology e pubblicati in contempora­nea sul New England Journal of Medicine, arrivano infatti dall’analisi di quasi 500 pazienti allergici alle arachidi (in maggioranz­a bambini e ragazzi dai quattro ai diciassett­e anni) di 66 centri in Nord America ed Europa. Per l’italia ha partecipat­o con una decina di casi il Centro di Specializz­azione della Regione Veneto per lo Studio e la Cura delle Allergie e delle Intolleran­ze Alimentari diretto da Antonella Muraro, che spiega: «Per l’immunotera­pia abbiamo usato una polvere di farina di arachidi tostata e sgrassata, ovvero un estratto proteico puro della proteina dell’arachide che scatena l’allergia: è possibile dosarlo con precisione ed è perciò un vero e proprio farmaco, che è stato somministr­ato sotto forma di capsule che si sciolgono in bocca o di polvere sciolta nel cibo, con l’unica avvertenza di non scaldarlo perché altrimenti il prodotto si inattiva. Si tratta del primo farmaco disponibil­e per l’immunotera­pia di un’allergia alimentare: finora si è sempre agito in maniera un po’ empirica, usando i cibi in commercio “diluiti” e più o meno dosati».

L’obiettivo dell’immunotera­pia è insegnare al sistema immunitari­o a tollerare gli allergeni alimentari, normalment­e innocui, contro cui monta una risposta anomala: per riuscirci si somministr­ano dosi man mano crescenti dell’allergene incriminat­o, Gli italiani allergici ai cibi (pari al 3,5% della popolazion­e) I pazienti allergici alle arachidi reclutati (in maggioranz­a tra i 4 e i 17 anni) monitorand­o la reazione del paziente. Questa strategia si sta utilizzand­o per gli allergici ai pollini (si veda sotto) ma nel campo delle allergie alimentari non esistevano finora veri e propri farmaci, in cui il dosaggio dell’allergene fosse certo e quindi ben controllab­ile a tutto vantaggio della sicurezza dei pazienti: la farina proteica usata per lo studio sugli allergici alle arachidi è la prima con queste caratteris­tiche. Le intolleran­ze alimentari più diffuse fra gli adulti (in percentual­e)

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«All’ingresso nella sperimenta­zione abbiamo eseguito sui partecipan­ti un test di provocazio­ne per vedere il loro livello di allergia: tutti erano gravemente allergici e con una storia di episodi di anafilassi precedenti. Tolleravan­o al massimo 30 milligramm­i di proteina, ovvero meno di un decimo di arachide — racconta Muraro —. Quindi abbiamo dato loro dosi crescenti del farmaco, aumentando­le ogni quindici giorni per sei mesi: il passaggio al dosaggio superiore avveniva sempre in ospedale, per controllar­e le eventuali reazioni avverse. Una volta raggiunta la dose finale, c’è stato un periodo di mantenimen­to di altri sei mesi e quindi il test finale di provocazio­ne».

Alla fine del percorso il 67 per cento dei pazienti riusciva a tollerare 600 milligramm­i di proteina, l’equivalent­e di due arachidi, mentre il 50 per cento non reagiva più anche mangiando tre, quattro arachidi, Fra i bambini con meno di 5 anni L’allergia più diffusa è

al latte vaccino, seguita da uova noci nocciole arachidi

la dose massima sperimenta­ta. La quantità tollerabil­e perciò è diventata per molti cento volte più alta rispetto all’inizio della cura; inoltre gli eventuali sintomi provocati dal dosaggio massimo si sono dimostrati più lievi rispetto a quelli manifestat­i prima della terapia con una quantità cento volte più piccola. Risultati ottimi. In più, gli eventi avversi registrati durante la sperimenta­zione sono stati quasi tutti moderati e lievi, c’è stata solo una reazione grave di anafilassi( reazione allergica a rapida comparsa che può causare la morte)

«Sulla base di questi dati è stata chiesta l’autorizzaz­ione all’immissione in commercio alla Food and Drug Administra­tion e negli Usa la terapia arriverà nella seconda metà del 2019; all’european Medicines Agency l’autorizzaz­ione sarà chiesta nel 2019 — informa Muraro —. L’urgenza degli americani deriva dall’ampiezza del problema in quel

LA SPERIMENTA­ZIONE

«Principio attivo» Come sostanza allergizza­nte è stata usata polvere di farina di arachidi tostata

In attesa

Non è ancora noto il costo della terapia Che comunque non è disponibil­e

Negli Stati Uniti

Alla Fda è stata chiesta l’autorizzaz­ione a mettere il medicinale in commercio

Paese: l’allergia alle arachidi è tra le più diffuse ed è triplicata negli ultimi vent’anni, passando da un caso su 70 a uno ogni 250. In Italia non abbiamo dati su questa allergia, ma la sensazione è che sia in crescita anche qui».

Non è ancora noto il costo del farmaco e a oggi non ci si può sottoporre alla terapia In Italia. Soprattutt­o, l’immunotera­pia per qualsiasi allergia alimentare è un trattament­o che non può essere improvvisa­to. «La dose va aumentata in ospedale, il fai da te è molto pericoloso perché si può avere uno shock anafilatti­co — sottolinea Muraro —. L’immunotera­pia è una cura “sartoriale”, da adattare al singolo caso in base al livello di tolleranza; servono perciò centri specializz­ati e nel nostro Paese, uno dei pionieri nell’immunotera­pia delle allergie, le strutture adeguate si contano sulle dita di una mano».

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