PARIGI, LA PROTESTA RIFLUIRÀ MA MACRON NON PUÒ STARE SERENO
Caro Aldo, i gilet gialli scuotono la Francia e Emmanuel Macron fa arresti a man bassa non capendo che è la sua presidenza che non funziona. Anche gli sconfinamenti a Ventimiglia indicano un basso livello di capacità politiche e diplomatiche. Gian Carlo Politi
Rimango incredulo leggendo la «Carta ufficiale dei gilet gialli»: ritiro degli autovelox, assunzione massiccia di funzionari pubblici, aumento di salari e pensioni, nessuna ipotesi di come finanziare il tutto. Ma resto basito di fronte alle migliaia di arrestati, con studenti ammanettati in ginocchio contro un muro. Roberto Bellia
In Francia si rischia il golpe con una popolazione che è stufa delle politiche macroniane. Gabriele Salini
CCari lettori, redo che la protesta dei Gilets jaunes sia destinata a rifluire. E non certo per le tardive mosse di Macron, che sembra aver finalmente capito che un Paese non si può riformare per editti reali, ma va percorso e ascoltato.
Com’era prevedibile, un movimento senza organizzazione, senza capi riconosciuti e senza servizio d’ordine si prestava a essere infiltrato da estremisti e violenti. È quel che è accaduto. Il primo dicembre scorso, i manifestanti hanno attaccato la polizia e imbrattato l’arco di Trionfo: quello che pareva il culmine della rivolta si rivelerà l’inizio della fine. Per quanto indignati con il governo, i francesi — o almeno la gran parte di loro — considerano lo Stato una cosa seria. Un movimento che tocca le forze dell’ordine e i simboli dell’unità nazionale finisce inevitabilmente, prima o poi, per perdere il consenso della maggioranza. A questo si unisce una povertà culturale imbarazzante, che apparenta i Giubbotti gialli ai nostri Cinque Stelle, come del resto Grillo si è affrettato a far notare.
Il manifesto con le loro rivendicazioni, scovato in rete da Federico Fubini, è un florilegio di proposte contraddittorie e impossibili, tipo dimezzare l’aliquota fiscale massima e nello stesso tempo raddoppiare le assunzioni di funzionari pubblici, non senza uscire dall’euro e abbattere il debito dello Stato. Questo non significa che Macron possa respirare di sollievo. Le elezioni europee saranno una punizione severa per un partito improvvisato e inesperto come il suo. L’ondata populista è arrivata anche in Francia, e prima o poi troverà una traduzione politica, anche senza giubbotti catarifrangenti.