Spalletti: «Match fondamentale Non pensiamo al Barcellona»
MILANO Il confine tra gloria e rimpianti è una linea sottile. Il guaio per l’inter è che decidere se stare da una parte o l’altra non dipende più solo da lei.il primo obiettivo della stagione è lì, a un passo, ma battere il Psv può non bastare per conquistare l’accesso agli ottavi di finale di Champions League, dove i nerazzurri non mettono piede dal lontano marzo 2012.
Si giocherà una doppia partita, con i 65 mila di San Siro collegati con il Camp Nou: se il Tottenham batte il Barcellona si prende la qualificazione e spedisce l’inter a girovagare nell’inferno dell’europa League. «È il match più importante da quando sono qui», sottolinea Luciano Spalletti. «Vinciamo con il Psv e non pensiamo a quanto accade al Camp Nou. Non vorrei che al Barcellona si offendessero perché qualcuno sta mettendo in dubbio la loro etica professionale».
Forse non si sente offeso Ernesto Valverde, però l’allenatore del Barcellona usa pri-
Spalletti Se non vinci è difficile, ma avrei firmato per arrivare a giocarci all’ultima giornata il passaggio agli ottavi
ma la carota e poi il bastone con i nerazzurri. «È nostra intenzione vincere. Però se loro avessero battuto il Tottenham, ora non sarebbero in questa situazione». E tanti cari auguri. Il Barcellona è già qualificato e sicuro del primo posto, Messi e Suarez non si sa se giocheranno, ma è certo un ampio turnover con un mucchio di giovinastri della cantera. Chissà, magari basteranno loro per confezione un bel regalo per l’inter.
Spalletti evita di pensar male, assillato com’è dai problemi di formazione, con un centrocampo decimato dagli infortuni (fuori Vecino, Nainggolan è convocato ma non sta bene) e dal fair play finanziario che già da settembre ha escluso dalla lista dei disponibili Gagliardini e Joao Mario. Così si contendono una maglia Keita, Lautaro Martinez, con Vrsaljko sullo sfondo, a seconda delle scelte di modulo e uomini.
In un clima simile il Psv di Mark Van Bommel,già fuori da tutto, pare il problema minore, come i vuoti avvertimenti del tecnico olandese, ex milanista. «Sarà un derby solo per me, non per la mia squadra, ma siamo il Psv e giochiamo per vincere».
Al successo deve tornare l’inter reduce da una sola vittoria (con il Frosinone) in sei partite. «Con Tottenham e Juve si può perdere», si difende Spalletti. «Abbiamo cali di tensione di cui gli avversari si avvantaggiano e se poi non vinci diventa tutto più difficile. Però avremmo firmato per arrivare a giocarci all’ultima giornata la qualificazione». Vero. Non passare il girone con 10 punti in cassa sarebbe l’eliminazione più crudele. Però, giunti a un passo dal traguardo, bucare l’approdo agli ottavi potrebbe essere un macigno difficile da trascinarsi.
Per andare avanti servirà il miglior Icardi, rientrato dal Superclasico di Madrid, un viaggio che ha creato qualche malumore. «Non vedo il problema», ha smorzato Spalletti, convinto di entrare tra le migliori 16 d’europa e portare l’inter dove difficilmente la si poteva immaginare dopo il sorteggio. Per lui, vero volto nerazzurro, il confine tra gloria e rimpianti è più sottile che per tutti gli altri.
Valverde dal Camp Nou «Se avessero vinto col Tottenham non sarebbero messi così»