Battisti è fuggito «Va estradato»
Il grazie di Mattarella. A novembre mandò una foto al Corriere: «Sono qui». Invece sparì
«La mia fuga senza fine», titolo dell’ultimo libro pubblicato da Cesare Battisti in Francia, e poi in Brasile, in quel passaggio di dieci anni fa da scrittore noir di successo a ultimo latitante degli anni di piombo, è più che una premonizione. È una scelta di vita. Da ieri l’ex terrorista dei Pac, condannato per quattro omicidi, è di nuovo ricercato. Sparito per l’ennesima volta, nei 40 anni vissuti al margine della legge. La polizia ha bussato alle 9 del mattino alla porta della sua casa di Cananeia, Stato di San Paolo, per eseguire il mandato di cattura del giudice Luiz Fux, membro del Supremo Tribunale Federale, premessa dell’ormai inevitabile consegna all’italia. Non l’ha trovato. Poi lo ha cercato dalla ex compagna, a casa di amici. Fino alla tarda serata di ieri ancora nulla. Ormai è ufficiale: se catturato Battisti verrà estradato in Italia, il presidente Michel Temer ha già firmato il decreto. Gesto che ha spinto il capo dello Stato Sergio Mattarella a ringraziarlo per iscritto: «Apprezzo molto la determinazione della Sua decisione, che ● Il presidente eletto, Jair Bolsonaro, ha assicurato molte volte, l’ultima con l’ambasciatore italiano in Brasile, che intende concedere l’estradizione contribuisce a rendere giustizia alle vittime» e all’italia.
È fuggito per negligenza della polizia brasiliana? Battisti era ufficialmente libero, anche da obblighi di sorveglianza, da quando nei mesi scorsi gli era stato rimosso il braccialetto elettronico assegnatogli a causa del tentativo di fuga precedente, quello verso la Bolivia dello scorso anno. Non aveva limitazioni nemmeno in attesa della decisione sulla sua estradizione. L’italia ha chiesto alle forze dell’ordine brasiliane di stringere i controlli. Era stata rassicurata in proposito. Ma a Cananeia c’è solo un piccolo commissariato. Tutti i cronisti che si sono recati sul posto hanno potuto constatare che la presenza di poliziotti attorno alle due residenze conosciute di Battisti è inesistente.
All’inizio di novembre, interpellato dal Corriere, Battisti aveva negato con veemenza qualsiasi intenzione di fuga. Bolsonaro aveva appena vinto le elezioni e l’aria per il latitante italiano si era fatta decisamente più pesante. «Non sono scappato e non scapperò. Pervicina ché dovrei? In Brasile sono un libero cittadino». Aveva poi spiegato che non era sempre in casa, per motivi di lavoro e di salute. «Passo due giorni alla settimana a San Paolo per incontrare il mio avvocato, andare dal medico e dall’editore. Sta uscendo il mio nuovo libro. Anzi, tra qualche giorno farò sapere le date del tour di presentazione in Brasile». Per rafforzare l’idea ci aveva mandato una foto. In stile anni di piombo, con il quotidiano del giorno in mano davanti all’entrata della sua cittadina. «Ecco la prova, sono qui!».
Alla luce dei fatti è possibile invece che proprio in quei giorni Battisti abbia iniziato a organizzare l’ultima fuga. Una sostiene di non vederlo dal ponte dei Morti contraddicendo la polizia locale che attribuisce la sparizione soltanto agli ultimi due o tre giorni. «L’ultimo contatto Whatsapp è del 6 novembre», ci rivela un suo amico. L’avvocato dice di non saperne nulla da inizio mese, mentre prepara l’ennesimo ricorso. Troppe le cose che non tornano, anche in quest’ultimo passaggio della infinita vicenda Battisti. Che sia una fuga improvvisata nelle ultime ore, destinata a finire con l’arresto o la consegna volontaria, oppure qualcosa di organizzato con più calma, lo sapremo presto. Lo scatto Sopra Cesare Battisti, 63 anni, in un’immagine inviata al Corriere della Sera il 3 novembre 2018 come prova del fatto che all’epoca non fosse fuggito ? La latitanza
E gli arresti
Cosa ha fatto e cosa rischia in Italia erché l’italia cerca ancora Cesare Battisti
Perché non ha mai scontato la condanna all’ergastolo per quattro omicidi commessi personalmente o dal suo gruppo terrorista, i Proletari armati per il comunismo, tra il 1978 e il 1979. Dopo la fuga dal carcere italiano, Battisti è stato latitante in Francia, Messico e infine Brasile. Si è sempre dichiarato innocente e accusato ingiustamente dai pentiti dell’epoca.
Da quando Battisti si trova in Brasile
È stato catturato dall’interpol a Rio de Janeiro nel marzo del 2007, ma si ritiene fosse entrato clandestinamente nel Paese un anno prima. A Brasilia è stato in carcere quattro anni. Poi l’allora presidente Lula decise di negare l’estradizione chiesta dal governo italiano, concedendogli la residenza. Il caso si è riaperto con il cambio di regime in Brasile. Il presidente attuale Michel Temer e quello che sta per entrare in carica Jair Bolsonaro sono favorevoli a consegnare Battisti all’italia. Ma la giustizia ha sbloccato la vicenda soltanto giovedì, con la nuova richiesta di arresto.
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