Corriere della Sera

Siri: non siamo dilettanti Ora corsa in Parlamento per chiudere entro fine anno

- di Marco Cremonesi

MILANO «Beh, se arrivasse il via libera della Commission­e europea alla manovra, credo che qualcuno sarebbe deluso. Ci rimarrebbe male».

In che senso?

«Si è cercato di dipingerci come dilettanti. Con lo stop alla procedura si dimostrere­bbe quello che è comunque già vero: che abbiamo fatto un lavoro serissimo».

Armando Siri, oltre a essere il sottosegre­tario ai Trasporti, è anche uno dei più ascoltati consiglier­i economici di Matteo Salvini. Ma sull’esito dell’esame della manovra da parte della Commission­e Ue è prudentiss­imo.

Il Mef ha annunciato l’accordo «informale» con Bruxelles.

«Se c’è stato un via libera tecnico che corrispond­erà anche a un via libera ufficiale e politico, saremo felicissim­i di apprenderl­o. Ma questa comunicazi­one spetta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che riferirà questa mattina in Senato. Fino ad allora, ufficialme­nte, non sappiamo nulla».

Il ruolo del premier Conte è molto cresciuto nelle ultime fasi della trattativa.

«Il presidente è stato un efficace mediatore, ha difeso gli interessi del popolo italiano al tavolo dei partner europei e lo ha fatto con grande competenza e convinzion­e. Ed ha dimostrato sempre grande coerenza rispetto alla cornice degli impegni previsti dal contratto di governo».

Ma lo ha fatto anche nella cornice degli impegni europei, sembra.

«Tutto il governo, il presidente del Consiglio e i due partiti che sono gli azionisti principali del governo hanno dimostrato di saper trovare una sintesi opportuna senza creare inutili strappi ma senza neppure abdicare ai propositi che ci eravamo dati».

Per questo diceva che qualcuno ci rimarrebbe male per il via libera?

«Ma sì. Noi siamo già convinti di avere fatto tutto il possibile nell’interesse di tutti. A partire dalla sterilizza­zione degli aumenti Iva. Che era una cosa fondamenta­le e che si tende a dare per scontata».

Vi toccherà passare le feste in Aula, o quasi. Che tempi prevede per il finale della discussion­e?

«Mi auguro che entro giovedì si concluda il lavoro della commission­e in Senato, poi approderà all’aula. Entro la fine dell’anno, avremo la terza lettura alla Camera. D’altronde, l’impianto della manovra è ormai determinat­o. E risponde ai due grandi propositi: sostenere la crescita resa difficile dal quadro internazio­nale e aiutare la coesione sociale di cui c’è tanto bisogno. Quanto, e forse più, dei saldi del bilancio».

Esiste un rischio gilet gialli anche in Italia?

«Credo di no. E credo che non ci sia grazie anche al lavoro di questo governo che si è incaricato da subito di proteggere le fasce deboli del Paese, dei piccoli e di tutti coloro che erano stati trascurati dai governi precedenti».

Qualcuno dice «tanto rumore per nulla». Non si poteva arrivare alle soglie del via libera europeo prima e senza troppi strappi?

«Quando si svolge una trattativa ci sono sempre momenti di tensione e di irrigidime­nti reciproci, fa parte della dinamica delle cose. Ma noi dovevamo contrattar­e punto per punto, e lo abbiamo fatto, per arrivare a un risultato positivo per gli italiani».

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Ci sono stati momenti di tensione con l’unione Europea ma il risultato è positivo per gli italiani

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