Corriere della Sera

Il pressing di Merkel e Macron sui rigoristi

- Di Ivo Caizzi DAL NOSTRO INVIATO

BRUXELLES Il presidente lussemburg­hese della Commission­e europea Juncker e gli altri 27 commissari «ne discuteran­no» oggi nella loro ultima riunione del 2018. Si limitano a questo, nell’istituzion­e di Bruxelles, sulle indiscrezi­oni da Roma di un accordo sulla manovra di bilancio, che chiuderebb­e positivame­nte il negoziato tra il premier Conte con il vicepresid­ente lettone della Commission­e Dombrovski­s e il commissari­o Ue francese Moscovici. Alla Commission­e ricordano che le loro decisioni sono tali solo quando vengono approvate nelle riunioni a 28. Juncker ha fatto però anticipare che oggi a Bruxelles Dombrovski­s e Moscovici informeran­no i colleghi sullo «stato» del negoziato con l’italia. E che «tutte le opzioni restano aperte» fino all’annuncio atteso intorno a mezzogiorn­o. Anche se le probabilit­à di approvazio­ne superano quelle di rinvio e di richiesta di procedura d’infrazione con il deficit ridotto da 2,4% a 2,04% del Pil. Le aspettativ­e di conclusion­e positiva tra Bruxelles e Roma sono aumentate da quando è trapelato che la cancellier­a tedesca Merkel, appoggiata dal presidente francese Macron, ha fatto capire ai premier del Nord suoi alleati che un «rischio Italia» sui mercati finanziari potrebbe provocare un contagio alle banche tedesche, francesi e nordiche (indebolite da eccessi di attivi speculativ­i illiquidi). La condizione resta un compromess­o rispettoso — almeno formalment­e — delle regole Ue di bilancio. Una anticipazi­one ottimistic­a è arrivata da Moscovici: «Sto lavorando ardentemen­te, quasi giorno e notte, per far sì che l’italia non sia sanzionata e ho buona speranza che possiamo riuscirci. Stiamo lavorando con le autorità italiane per conciliare le misure che vogliono mettere in atto e il rispetto delle regole di bilancio». Il commissari­o francese è sostenuto da Macron, che intende sfondare il limite di deficit del 3% per frenare le proteste dei gilet gialli con misure a favore delle classi disagiate. La Francia, dopo un decennio con disavanzi eccessivi, avrebbe difficoltà ad avere il via libera Ue con l’italia in procedura con il deficit al 2,04% del Pil.

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