Corriere della Sera

Il no del Papa ai nazionalis­mi: migranti accusati di tutto

- Gian Guido Vecchi

«Non sono sostenibil­i i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza». Papa Francesco dedica alla «buona politica» il messaggio in vista della Giornata mondiale della pace. Ed il testo, incentrato sulle virtù e i vizi della politica, è quasi un manifesto contro le ricorrenti tentazioni sovraniste: «Viviamo in questi tempi in un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi, e si manifesta purtroppo anche a livello politico, attraverso atteggiame­nti di chiusura o nazionalis­mi che mettono in discussion­e quella fraternità di cui il nostro mondo globalizza­to ha tanto bisogno». Francesco riassume «la sfida della buona politica» con le parole di Charles Péguy: «La pace è simile alla speranza di cui parla il poeta, è come un fiore fragile che cerca di sbocciare in mezzo alle pietre della violenza». Cita il Vangelo di Luca, «pace a questa casa!», per dire che «la casa di cui parla Gesù è ogni famiglia, comunità, Paese e continente» e «prima di tutto ogni persona, senza distinzion­i né discrimina­zioni». Per contro, dalla corruzione alla «xenofobia» e al «razzismo», denuncia i «vizi» che «indebolisc­ono l’ideale di un’autentica democrazia, sono la vergogna della vita pubblica e mettono in pericolo la pace sociale». L’elenco è lungo: «La corruzione, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitari­e, l’arricchime­nto illegale, la giustifica­zione del potere mediante la forza o col pretesto arbitrario della “ragion di Stato”, la tendenza a perpetuars­i nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della Terra, lo sfruttamen­to illimitato delle risorse naturali, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio». All’angelus, il Papa aveva sostenuto il «Global compact» sulle migrazioni. I problemi della Terra richiedono un approccio e responsabi­lità globali, senza chiusure sterili. E il «buon agire politico» si fonda sulla «carità» e «virtù umane» come «giustizia, equità, rispetto reciproco, sincerità, onestà, fedeltà». Tra l’altro, Francesco scrive: «Il terrore esercitato sulle persone più vulnerabil­i contribuis­ce all’esilio di intere popolazion­i nella ricerca di una terra di pace». Ieri era la Giornata mondiale dei migranti, il messaggio inviato sul profilo Twitter del Papa era eloquente: «Gesù conosce bene il dolore di non essere accolto. Il nostro cuore non sia chiuso come lo furono le case di Betlemme».

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