Corriere della Sera

Choc per le turiste scandinave Violentate e uccise in Marocco

Louisa e Maren facevano un’escursione, trovate nella tenda. Arrestato un uomo

- Marta Serafini

«Qualcuno ha notizie della montagna più famosa del Marocco?».

Louisa e Maren erano partite per le vacanze di Natale. Dovevano stare via un mese, un viaggio zaino in spalla, tra compagne di università, libere di andare per il mondo come dovrebbe essere. I preparativ­i, i messaggi per decidere cosa portarsi dietro, le richieste di consigli sui social.

Meta finale, il Toubkal, «la montagna da cui si vede tutto», come i berberi chiamano questa cima dell’atlante di oltre 4 mila metri. La vetta più alta del Nord Africa sembrava accessibil­e dato che ogni anno migliaia di turisti la scalano con facilità. Un viaggio relativame­nte sicuro, se si considera che il Marocco non è in cima nella classifica dei Paesi a rischio e che non sono poche le donne che lo attraversa­no da sole.

«Mamma stiamo bene». È il 9 dicembre, quando Maren scrive alla madre l’ultimo messaggio. Poi lunedì scorso, il buio. Le due compagne di viaggio vengono trovate nella loro tenda, a Chamharouc­h, vicino a Imlil, base di partenza per la scalata. Morte.

«Sui loro colli sono stati rinvenuti profondi segni di arma da taglio», recita il comunicato ufficiale delle autorità marocchine. Ma la verità dietro le parole della burocrazia di Rabat è che alla più giovane delle due, Louisa Vesterager Jespersen, 24 anni, passaporto danese, hanno tagliato la gola. Alla sua amica, Maren Ueland, di quattro anni più grande, passaporto norvegese, probabilme­nte hanno fatto lo stesso. E sia Al Arabiya che alcuni siti marocchini parlano di «segni di violenza sessuale», sebbene la notizia non trovi per adesso conferme ufficiali.

« Le avevo detto di non andare in Marocco, lì la situazione è caotica», ha dichiarato disperata Helle Petersen, la madre della vittima danese, citata dal quotidiano B.T. Louisa studiava in Norvegia per fare la guida e amava l’avventura. Era lì, all’università norvegese, che aveva conosciuto Maren. «Louisa era così brava, la sua priorità era la sicurezza, le ragazze hanno preso ogni precauzion­e», ha assicurato Irene Ueland, la madre di Maren, parlando con l’emittente NRK.

La polizia marocchina intanto indaga e cerca indizi tra la neve, dopo che il sito turistico è stato chiuso e circondato da un cordone di sicurezza. Ieri un uomo è stato arrestato a Marrakech, la città più turistica del Paese. Si cercano dei complici. «Siamo tutti sconvolti. È una tragedia per l’intero villaggio», ha dichiarato al quotidiano norvegese The Local Mustafa, una guida locale. E mentre non è ancora stato stabilito se le due ragazze avessero deciso di affidarsi a una guida o meno, un poliziotto norvegese distaccato all’ambasciata ha raggiunto Marrakech per fare da collegamen­to tra le autorità.

Tracce, testimonia­nze. La pressione sulle autorità locali sale. E nei corridoi dei ministeri di Rabat inizia a serpeggiar­e la paura. Il turismo rappresent­a il 10 per cento della ricchezza del Paese, seconda fonte di reddito dopo l’agricoltur­a. Dopo anni di crisi l’anno scorso finalmente il Marocco ha registrato un record con 11,35 milioni di visitatori. Ma le cifre — ora che Louisa e Maren sono state uccise — potrebbero tornare a scendere.

(ha collaborat­o Farid Adly)

Vacanze di Natale Sognavano questo viaggio insieme L’ultimo messaggio alla mamma: stiamo bene

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Danese Louisa Vesterager Jespersen, 24 anni, studiava per fare la guida
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Norvegese Maren Ueland, 28 anni, amava la natura e gli animali

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