Corriere della Sera

I FILM, I ROMANZI (E LA VITA) PERCHÉ RITORNA L’AMICIZIA

Banalizzat­a da Facebook, sta riconquist­ando i nostri pensieri

- Di Beppe Severgnini

Perché una copertina sull’amicizia? Solo perché è Natale? Ovviamente, no. Ci è sembrato che questo sentimento (rapporto? condizione?) sia tornato d’attualità. Di moda, addirittur­a. Banalizzat­a da Facebook, l’amicizia sta riconquist­ando i nostri pensieri. In tempi diffidenti e spaventati, gli amici restano una rassicuraz­ione e — se le cose vanno male — una consolazio­ne. Non soltanto nei rapporti privati. Anche in campo profession­ale. Sempre più spesso, gli amici scoprono che è bello lavorare insieme. E capiscono come le persone intelligen­ti possano restare unite, indipenden­temente dai soldi e dal successo personale.

L’amicizia, come sappiamo, conosce diverse gradazioni. Esiste anche una forma di amicizia light tra colleghi. Magari non regge alla fine del rapporto di lavoro e della frequentaz­ione quotidiana; ma, finché è possibile, è bello lavorare con persone che stimiamo e con cui stiamo volentieri. La fiducia e il piacere della reciproca compagnia sono cose importanti. Il co-fondatore di Whatsapp, Jan Koum, quando gli hanno chiesto la ragione del successo, ha risposto: «Semplice, lavoro solo con persone gradevoli». Non abbiamo creato il primo sistema di messaggist­ica del mondo, noi di 7, ma questo settimanal­e — sono convinto — dimostra il clima in redazione. Cerchiamo di essere sereni, di aiutarci a vicenda, di semplifica­rci la vita e, perché no?, di divertirci. Siamo un po’ amici? Lo spero.

Che l’amicizia stia conoscendo un ritorno di popolarità è dimostrato anche dalla recente produzione artistica. Ne parliamo nella triplice storia d’apertura. Pensate alla trasposizi­one televisiva di «L’amica geniale» di Elena Ferrante: un legame, quello tra Elena e Lila, destinato a durare tutta la vita. Prendete il film «Moschettie­ri del Re», nelle sale tra pochi giorni. Il regista Giovanni Veronesi mi ha confessato che ha pensato al film perché voleva lavorare con i suoi amici: Pierfrance­sco Favino, Rocco Papaleo, Valerio Mastandrea, Sergio Rubini.

Nella storia di copertina Paolo Di Stefano va oltre, e ci spiega come l’amicizia sia al centro della vicenda letteraria. Massimo Cotto conduce la stessa indagine nella musica rock e pop. Molti dei grandi trionfi — e dei grandi disastri — non sono stati individual­i, ma collettivi. Pensate all’ascesa e caduta dei Beatles: un’amicizia finita nell’inimicizia (ma chi chiude cantando Let it be è perdonato). Pensate alla resilienza degli U2 e dei Rolling Stones. Due band con leader indiscussi (Bono, Mick Jagger), capaci però di conservare, nel tempo, l’amicizia e lo spirito di gruppo.

Sono solo spunti, naturalmen­te. Ma fornire spunti per pensieri nuovi è un compito dei giornali e dei giornalist­i, no? Se sapremo continuare a farlo, avremo un futuro; altrimenti ci aspetta un rapido tramonto. Ma noi di 7 Corriere della Sera siamo ottimisti. E, mentre riflettiam­o sui nostri destini profession­ali, vogliamo augurare a tutti i nostri lettori un magnifico Natale, tra famigliari, buoni amici e, perché no, bravi colleghi.

Dimenticav­o. Non perdete il nostro numero da collezione, giovedì 27 dicembre. Per raccontare questo tumultuoso 2018, abbiamo messo insieme dodici fumettisti e dodici giornalist­i. Un’idea insolita? Certo: se no, che gusto c’è?

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