«Pochi giovani in platea? Dipende da noi adulti»
Leggo la lettera di Romolo Ricapito a proposito del teatro e mi colpisce la descrizione delle donne che lui fa: «Da dietro sembravano ragazze, ma se si voltavano mostravano i solchi dell’età che, nonostante la cura del viso, denunciavano un malinconico e non voluto tramonto». Che ne sa delle signore a teatro? È stato il confessore di ciascuna di loro durante l’intervallo? Oppure, come credo, il lettore sperava di incontrare a teatro qualcuna ed è rimasto deluso? Penso questo perché non ha accennato minimamente al pubblico maschile. Non sarà che il lettore si è fatto prendere dalla malinconia rendendosi conto che il tempo passa anche per lui? Che dire del pubblico maschile arrivato al non voluto tramonto con capelli bianchi, dentiera, andatura incerta? Mi viene in mente una poesia di De Amicis dedicata alla madre: «Non sempre il tempo la beltà cancella/o la sfiorano le lacrime e gli affanni/mia madre ha 70 anni e più la guardo e più mi sembra bella». Accidenti a tutte le donne che si divertono a teatro e affrontano serenamente il tempo che passa!. A differenza di qualche altro spettatore...
Fiamma Abrami
Romolo Ricapito credo abbia più o meno 50 anni. Zampata perfida nella descrizione delle signore a teatro. Forse dovremmo chiederci quanti di noi accompagnano i propri figli, nipoti, figli di amici a teatro. Li abbiamo educati e coinvolti nel piacere della rappresentazione? Siamo in grado di incuriosirli prima, raccontando, ma non troppo, la trama, il contesto dello spettacolo? Altro problema: il costo dei biglietti.
Brunella Guatta