Contratti a termine, più 256 mila in un anno
E gli inattivi superano i 13 milioni: sono soprattutto donne e giovani
Sempre più precari. Ma anche più inattivi. E i più colpiti restano giovani e donne. Ombre, soprattutto, ma anche qualche luce nella Nota trimestrale congiunta sull’occupazione realizzata da Istat con ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal che scrivono: «Le dinamiche del mercato del lavoro risultano allineate a quelle del Pil», dove il Prodotto interno lordo ha registrato un calo dello 0,1% dopo 14 trimestri di espansione. E anche l’occupazione, nel terzo trimestre 2018, segna una frenata: -0,2% secondo l’istat. Però, rispetto allo stesso periodo del 2017, il segno è positivo: +0,6% per 147 mila nuovi posti di lavoro.
E i contratti a termine continuano a crescere: +256 mila in un anno, anche se nell’ultimo trimestre sono diminuiti (-27 mila) dopo 9 trimestri di crescita ininterrotta portandosi a quasi 2 milioni. Salgono, appena, i contratti a tempo indeterminato «grazie anche all’aumento delle trasformazioni»: +42 mila per un totale di 603 mila. Ma, sottolinea la Nota, «l’incidenza delle attivazioni a tempo determinato sul totale è dell’80,1%, in lieve aumento rispetto al trimestre precedente (79,7%), ma inferiore rispetto al massimo raggiunto nel quarto trimestre 2017», quando toccò l’81%. Quello che colpisce è l’aumento degli inattivi, di coloro cioè che tra i 15 e i 64 anni non lavorano e non cercano un’occupazione: oltre 13 milioni (+0,9% negli ultimi tre mesi) soprattutto tra le donne (+1%) e i giovani 1534enni (rispettivamente +1,2% e +1,9% in un anno). Queste due categorie sono anche quelle con più difficoltà a trovare un lavoro e registrano i tassi di occupazione più bassi della media (58,7%): 49,5% per le donne; 40,9 per i 15-34enni. Quello degli uomini è del 67,9%.