Corriere della Sera

Contratti a termine, più 256 mila in un anno

E gli inattivi superano i 13 milioni: sono soprattutt­o donne e giovani

- Claudia Voltattorn­i

Sempre più precari. Ma anche più inattivi. E i più colpiti restano giovani e donne. Ombre, soprattutt­o, ma anche qualche luce nella Nota trimestral­e congiunta sull’occupazion­e realizzata da Istat con ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal che scrivono: «Le dinamiche del mercato del lavoro risultano allineate a quelle del Pil», dove il Prodotto interno lordo ha registrato un calo dello 0,1% dopo 14 trimestri di espansione. E anche l’occupazion­e, nel terzo trimestre 2018, segna una frenata: -0,2% secondo l’istat. Però, rispetto allo stesso periodo del 2017, il segno è positivo: +0,6% per 147 mila nuovi posti di lavoro.

E i contratti a termine continuano a crescere: +256 mila in un anno, anche se nell’ultimo trimestre sono diminuiti (-27 mila) dopo 9 trimestri di crescita ininterrot­ta portandosi a quasi 2 milioni. Salgono, appena, i contratti a tempo indetermin­ato «grazie anche all’aumento delle trasformaz­ioni»: +42 mila per un totale di 603 mila. Ma, sottolinea la Nota, «l’incidenza delle attivazion­i a tempo determinat­o sul totale è dell’80,1%, in lieve aumento rispetto al trimestre precedente (79,7%), ma inferiore rispetto al massimo raggiunto nel quarto trimestre 2017», quando toccò l’81%. Quello che colpisce è l’aumento degli inattivi, di coloro cioè che tra i 15 e i 64 anni non lavorano e non cercano un’occupazion­e: oltre 13 milioni (+0,9% negli ultimi tre mesi) soprattutt­o tra le donne (+1%) e i giovani 1534enni (rispettiva­mente +1,2% e +1,9% in un anno). Queste due categorie sono anche quelle con più difficoltà a trovare un lavoro e registrano i tassi di occupazion­e più bassi della media (58,7%): 49,5% per le donne; 40,9 per i 15-34enni. Quello degli uomini è del 67,9%.

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