Corriere della Sera

Tasse, giro di vite sui ritardatar­i Interessi triplicati da gennaio

«Pensioni Enasarco Investiamo sui Btp, segnale al Paese» Si passa da 0,3% a 0,8%. Conto più salato anche per chi gode della pace fiscale

- Fabio Savelli Fr. Bas.

Sono stati i mesi dell’aumento dello spread oltre quota 300 e del rischio-paese. I mesi del negoziato con la Commission­e Ue sulla manovra e il suo impatto su deficit e debito pubblico. I mesi in cui qualche esponente di governo ha evocato lo scenario del «cigno nero», cioè la necessità di avere un piano B nel caso di uscita dell’italia dall’euro. Fortunatam­ente il peggio sembra alle spalle. In ogni caso, Gianrobert­o Costa, alla guida della fondazione Enasarco da oltre due anni, ha voluto dare un segnale scommetten­do sull’italia, acquistand­o titoli di Stato a breve, medio e lungo termine. Oggi si riunisce l’assemblea di Enasarco, con i suoi 234 mila iscritti una delle maggiori casse previdenzi­ali rappresent­ante della variegata galassia degli esercenti, dei consulenti finanziari e degli agenti di commercio, per votare il bilancio previsiona­le 2019. Il consiglio di amministra­zione ha appena deliberato, con voto a maggioranz­a, l’acquisto di 100 milioni di euro in Btp (aumentabil­e fino a 200). Questa somma si va ad aggiungere ai 350 milioni investiti a partire dal 2014. Dice Costa che «non dobbiamo essere degli spettatori che dal molo guardano la «nave Italia» passare, perché noi, come Cassa, ed i nostri iscritti siamo la nave stessa». Identico ragionamen­to riguarda gli impegni, previsti, «per l’economia reale, pari attualment­e a circa 150 milioni (il 2% del patrimonio complessiv­o che ammonta a 7,5 miliardi, ndr) tra fondi di private equity, private debt e fondi infrastrut­turali».

Queste scelte stanno incrinando ulteriorme­nte i rapporti interni ad Enasarco già provata da battaglie intestine. Con una saldatura tra i consiglier­i Enasarco espression­e di Confeserce­nti e degli agenti di commercio che chiedono una discontinu­ità nella gestione ravvisando delle criticità per la sostenibil­ità finanziari­a dell’ente da qui al 2021.

Una dialettica complessa che ha delle ripercussi­oni anche nella partita per il rinnovo dei vertici della fondazione bancaria Cariplo. Un tema, quello degli investimen­ti, sempre particolar­mente controvers­o per l’ente che garantisce le pensioni degli agenti di commercio, esercenti e consulenti finanziari. Basta ricordare il contenzios­o per la gestione del patrimonio immobiliar­e, affidato in passato al gruppo Sorgente e che ora assegnato in due diversi fondi alla sgr Prelios e a Dea Capital. Ma ora la partita è ancor più importante. Dice Costa che «la vera sfida è resistere alla tendenza globale alla dis-intermedia­zione, operata dalle grandi piattaform­e di e-commerce per le imprese», come Amazon. Stanno mettendo a dura prova la profession­e dell’agente di commercio erodendo la platea contributi­va e minando lo scambio generazion­ale del sistema previdenzi­ale. Sono sempre meno i giovani che versano contributi ad Enasarco, sono sempre più coloro i quali vanno in pensione ricavando un assegno mensile e avendo maggior bisogno di cure. Le previsioni degli attuari però sconfesser­ebbero l’ipotesi di un saldo previdenzi­ale negativo nel 2021. «Sarà all’attivo — spiega il presidente dell’enasarco — per 40 milioni». Gianrobert­o Costa, 66 anni, presidente di fondazione Enasarco, la cassa previdenzi­ale di esercenti e agenti di commercio

Pagare le tasse in ritardo diventa più costoso a partire dal primo gennaio del nuovo anno e il conto sarà più salato anche per chi godrà della nuova pace fiscale. Il tasso degli interessi legali da pagare per il ritardo viene quasi triplicato: passa dallo 0,3% del 2018 allo 0,8% nel 2019. Il nuovo tasso è stato stabilito dal ministero dell’economia con un decreto a firma Giovanni Tria del 12 dicembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 dicembre.

Nell’articolo 1 del decreto, come anticipato dal Sole24ore, si legge che il ministero dell’economia e delle Finanze «può modificare» il saggio degli interessi legali «sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno». Così il Mef ha deciso che dopo il rialzo dello scorso anno (dallo 0,1 allo 0,3%) si passi appunto allo 0,8% a partire dal prossimo primo gennaio. «La misura del saggio degli interessi legali di cui all’art. 1284 del codice civile — si legge nel testo — è fissata allo 0,8 per cento in ragione d’anno, con decorrenza dal 1 gennaio 2019». Quindi i ritardatar­i continuera­nno a versare un interesse dello 0,3% per i pagamenti effettuati fino a fine anno. Poi l’aumento. Se ad esempio un contribuen­te dovesse versare l’imu in ritardo pagherebbe così lo 0,3% fino al 31 dicembre 2018 e poi lo 0,8%. Lo stesso vale per le nuove misure lemento gate alla pace fiscale: la «maggiorazi­one» dello 0,5% si pagherà nei ritardi per la definizion­e agevolata dei processi verbali di constatazi­one, per la definizion­e degli atti del procedimen­to di accerta- e anche per la chiusura delle liti pendenti.

Il decreto fiscale approvato il 13 dicembre scorso prevede una sanatoria sugli errori formali, da correggere pagando un forfait di 200 euro per anno d’imposta. Non c’è, invece, il «saldo e stralcio» per le cartelle per i contribuen­ti in difficoltà. Per chi aderisce alla rottamazio­ne ter, dal 2020 le rate passano da 2 a 4, con importi quindi più bassi, da saldare in 5 anni. Non verranno

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La vera sfida è resistere alla disinterme­diazione delle piattaform­e

La modifica

Il Mef può modificare il saggio degli interessi legali sulla base dei titoli di Stato e dell’inflazione

sanzionati i ritardi nei pagamenti se inferiori ai 5 giorni. Ma se saranno maggiori sarà applicato il nuovo tasso. Ci sarà anche uno sconto del 10%, e la cancellazi­one di sanzioni e interessi per chiudere quelle liti per cui si è solo presentato ricorso. In caso di vittoria in primo grado, il contribuen­te potrà invece pagare il 40% del dovuto. In caso di vittoria in secondo grado, il 15%. E in caso di «doppia conforme» si chiude pagando il 5%.

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La cancellier­a Angela Merkel
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Al vertice

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