Corriere della Sera

Si colora la Parigi multietnic­a di Romain Gary

«La vita davanti a sé» (Neri Pozza) illustrato da Manuele Fior, domani a Milano con Marco Missiroli

- di Cristina Taglietti

Dominano l’ocra, il giallo, il grigio nel quartiere di Belleville dove vivono il piccolo Momò, magrebino figlio di una prostituta di cui non si sa più nulla, e Madame Rosa, ebrea scampata ad Auschwitz che si prende cura di lui e di altri orfani perché, come dice Momò, «i bambini sono tutti quanti molto contagiosi. Quando ce n’è uno, subito arrivano gli altri». Così lo vede Manuele Fior, uno degli artisti italiani più apprezzati all’estero, che ha illustrato La vita davanti a sé, capolavoro di Romain Gary, o meglio di Émile Ajar, come firmò questo libro quando lo pubblicò, nel 1975 vincendo il premio Goncourt.

Soltanto più tardi, nel 1980, quando uscirà il libretto-confession­e Vita e morte di Émile Ajar si scoprirà che Ajar e Gary erano la stessa persona, ma lo scrittore intanto era uscito definitiva­mente di scena con un colpo di pistola nella case parigina di rue du Bac. Il vero nome di questo lituano nato a Vilnius nel 1914 ed emigrato in Francia a 13 anni, era Romain Kacew. Eroe di guerra, diplomatic­o, viaggiator­e, aveva già vinto il premio Goncourt nel 1956 con Le radici del cielo, firmato Romain Gary.

Fior, in questa edizione- strenna di La vita davanti a sé pubblicata da Neri Pozza (traduzione di Giovanni Bogliolo, pagine 222, 19) dà corpo e espression­e a Momo, che vende a una signora ricca il cane Super per assicurarg­li una vita migliore (getterà nel tombino i 500 franchi dell’affare); a Madame Rosa, che «aveva chiappe e seni più di chiunque altro e quando si guardava allo specchio si faceva dei gran sorrisi, come se cercasse di piacersi»; al signor N’DA Amédée, l’uomo più elegante che si possa immaginare, nonché «il più grande prosseneta e ruffiano di tutti i neri di Parigi», analfabeta che si fa scrivere le lettere per i genitori in Africa in cui millanta ricchezze e successi.

Il quartiere multietnic­o che farà da sfondo anche alle avventure dei Malaussène di Daniel Pennac, si anima di orfani, prostitute, travestiti mentre la banlieu vista con gli occhi del bambino è trasfigura­ta dalla sua energia e dalla gioia di vivere. Le illustrazi­oni di Fior ci fanno vedere tutto con i suoi occhi.

Colori

L’artista dà corpo ed espression­e all’orfano Momò e agli altri protagonis­ti

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