De Laurentiis «In A c’è ancora tanto da pulire e da chiarire»
NAPOLI Nella chiesa della Graziella, nel cuore antico di Napoli, dove si è svolta l’ultima tappa dell’anno di «Casacorriere» (il ciclo di incontri e dibattiti organizzati dal Corriere del Mezzogiorno), Aurelio De Laurentiis (nella foto versione statuina dietro ad Ancelotti) si è prestato a un giuramento sacro: «A gennaio non venderemo Koulibaly». E ha conquistato l’ovazione dei tifosi. Nulla è per sempre, e il presidente azzurro è sincero: «Ma arriverà il momento in cui non potremo rifiutare altre offerte indecenti». Il suo top player per ora è al sicuro, ma lo scenario a giugno può cambiare. «Abbiamo la forza di costruire in casa i top player — ha spiegato —. Investiamo sempre ma con criterio, in Italia siamo in due o tre club con i conti a posto, io l’unico a non avere debiti con le banche. Credo di essere stato il primo in Italia a offrire 65 milioni per Icardi». Oggi si gode Milik e i «ritrovati» Ghoulam e Younes, sogna una semifinale di Europa League con il Chelsea dell’ex Sarri: «Sarebbe avvincente. Sarri lo scelsi contro il parere di tutti, un uomo che poi si è rivelato complesso e anche individualista. Ancelotti è una persona serena, il confronto con lui è continuo e piacevole». De Laurentiis a tutto tondo: dalla città di Napoli dove il segreto sta «nel saper trasformare il degrado in bellezza», agli ultrà che ancora popolano gli stadi. «Salvini si è fatto fotografare con uno appena uscito di galera? Non si è reso conto. Noi ci siamo sempre opposti alle frange del tifo estremo, nel 2007 facemmo arrestare una trentina di tifosi, da allora me l’hanno giurata». Il presidente del Napoli non frequenta più assiduamente il San Paolo: «Seguo le partite in tv... e vedo tutto. Ho guardato sia il derby di Torino che Roma-genoa. Sono stupito e meravigliato, sono il primo testimone postcalciopoli, ma c’è ancora tanto da chiarire e da pulire».