L’orologio impossibile della maison dai ritmi lenti
Il nuovo Code 11.59 di Audemars Piguet. Il ceo: «Dicevano che non saremmo mai riusciti a realizzarlo»
«Bello, molto bello, ci ha detto il solito fornitore. Ma non è possibile realizzarlo». François-henry Bennahmias sorride, nel ricordarlo: «Però ho davvero avuto paura che crollasse l’intero progetto».
François-henry Bennahmias, dal 2013 Ceo di Audemars Piguet, si riferisce alla collezione Code 11.59 che verrà presentata oggi. Ovviamente alle 11 e 59 minuti. Audemars Piguet, una delle marche più tradizionali dell’orologeria Svizzera, nasce a Le Brassus, nel 1875, fondata da Jules Audemars e Edward Piguet. Nella zona avevano trovato riparo gli Ugonotti fuggiti dalle persecuzioni francesi, alternando il lavoro nei campi alla realizzazione di ingegnosi meccanismi per orologeria. Ritmi lenti, che per certi versi Audemars Piguet non ha abbandonato, pur essendo considerata fra le più dinamiche maison d’alta orologeria tradizionale. Basti pensare che l’ultima collezione di orologi — l’ultima «famiglia» — era la Jules Audemars, presentata nel 1999. Da allora, solo variazioni sul tema delle collezioni già in essere, a partire da quella Royal Oak che dal 1972 costituisce la maggior parte delle vendite e del fatturato.
Bennahmias alla fine è riuscito nell’impresa: la nuova collezione Code 11.59 (il minuto prima di mezzanotte, il minuto prima che tutto accada) ha il vetro esattamente come lo voleva lui: a pianta circolare, bombato, ma anche con una curvatura che lo modella da un’ansa all’altra creando sensazioni tattili inconsuete, effetti ottici sorprendenti e vivaci riflessi di luce. Un impianto estetico moderno, quasi architettonico, con una struttura portante all’interno della quale è inserita una cassa ottagonale straordinariamente ricca di dettagli qualificanti, come è tradizione del marchio.
Oltre all’estetica, c’è un nuovo movimento meccanico a carica automatica ore, minuti e secondi; un nuovo movimento cronografico con ruota a colonne e funzione flyback; e un nuovo tourbillon «volante», anch’esso a carica automatica. La cassa, per ora soltanto in oro bianco o rosa, ha sempre un diametro di 41 millimetri, mentre i prezzi partono da 25.000 franchi svizzeri: molto in assoluto, ma non poi tanto in relazione alla qualità complessiva e alla rarità per collezionisti.
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I fornitori erano scettici, ho avuto paura che il progetto crollasse