Corriere della Sera

Lezzi: nessuno tolga al Sud

Lezzi: la Tav? Inutile, il referendum ora non ha senso. E le trivelle saranno bloccate

- di Emanuele Buzzi

«Sulle autonomie attenti alla Costituzio­ne: non devono togliere nulla al Mezzogiorn­o. Le trivelle? Saranno bloccate»: così la ministra per il Sud Barbara Lezzi in un’intervista al Corriere.

Ministra Lezzi, il rapporto con la Lega sembra sempre più logoro...

«Avevamo già previsto una interlocuz­ione molto accesa. Siamo uniti da un contratto, ma non siamo alleati: siamo due forze distinte che intendono rimanere diverse».

Così facendo rischiate di non andare molto lontano.

«L’orizzonte della legislatur­a è a portata di mano. Quando ci si siede a un tavolo l’accordo si trova. Su tutto. E nonostante le divergenze è un accordo che mette sempre in primo piano il benessere dei cittadini».

Però le tensioni ci sono. Giorgetti ha criticato il reddito più volte, il M5S lo difende.

«È anche inutile continuare a difenderlo. I soldi sono stati stanziati in legge di Bilancio, ora ci sarà il decreto: ormai il reddito di cittadinan­za è una realtà. C’è poco da discutere. Ora abbiamo messo anche a punto quello che a mio avviso è un connubio perfetto con il sostegno alle imprese».

Non teme che la misura favorisca il lavoro nero?

«No basta, mi offendo. Ci sono grossi deterrenti: verranno assunti nuovi ispettori del lavoro e chi truffa commette un reato con una pena da uno a sei anni. In più, chi percepirà il reddito, tra formazione e ore a disposizio­ne per gli enti locali non avrà tempo per fare altro».

Senta, dopo Ilva e Tap ora c’è il caso trivelle. In Puglia la base è inferocita.

«Essere contrariat­i per il caso trivelle era ragionevol­e: ora infatti c’è un emendament­o che blocca tutto come promesso. Gli altri due temi erano diversi, abbiamo fatto il possibile e stiamo monitorand­o».

Avete scaricato la colpa sui governi precedenti...

«Non è questione di scaricare la colpa: succede che ci siano situazioni aperte gestite o autorizzat­e da chi c’era prima di noi. Quando è possibile intervenia­mo. Per le trivelle siamo intervenut­i con l’emendament­o al dl Semplifica­zioni».

Perché il Movimento frena sulle autonomie regionali?

«Il Movimento non frena. Si tratta di una richiesta arrivata sulla base di referendum, quelli veneto e lombardo, che noi abbiamo appoggiato. Solo che le cose vanno fatte bene».

In che senso, scusi?

«Bisogna stare nel solco di ciò che prevede la Costituzio­ne: scrivere nero su bianco diritti e doveri delle Regioni in modo che non vadano a scapito di altre Regioni. Mai verrà sottratto qualcosa al Sud».

Non c’è il rischio di allargare il divario Nord-sud?

«Il divario è frutto dei mancati investimen­ti, ora abbiamo fissato una fetta vincolante per il Sud. E c’è altro».

Allude ai fondi europei?

«Sì, abbiamo speso quelli per il 2018 e dobbiamo spendere 5 miliardi di fondi struttural­i per il 2019. Ma in passato sono stati commessi molti errori. Dobbiamo fare meglio».

Lei che cosa intende fare?

«Come ministro ho diversi progetti in cantiere. Dalle bonifiche di Bagnoli e della Maddalena alla realizzazi­one della Via della Seta per i porti di Gioia Tauro e Taranto».

Avete salvato Carige con un intervento contestato.

«Noi non abbiamo agito come il Pd: siamo intervenut­i per tempo mettendo una garanzia sui bond, poi in un secondo tempo ipotizzand­o una ricapitali­zzazione. Il nostro è sostegno pubblico alla liquidità, cioè ai risparmiat­ori, ai cittadini, quelli che altri chiamavano speculator­i».

C’è una manifestaz­ione a sostegno della Tav.

«Per noi la Tav è inutile, ma è sempre giusto manifestar­e le proprie opinioni. In questo caso come in altri c’è un’analisi dei costi-benefici, che è il metodo più oggettivo possibile».

La Lega spinge per fare un referendum. Lo farete?

«Il referendum è uno strumento che rispettiam­o e tuteliamo ed eventualme­nte non saremo certo noi a opporci alla volontà dei cittadini. Certo, sarebbe stato più sensato utilizzarl­o molto tempo fa, quando il progetto Tav era agli albori. Nel contratto di governo comunque era prevista la ridiscussi­one integrale dell’opera. Esiste un accordo politico che prevede un metodo, non può certo essere messo in discussion­e a seconda dell’esito dell’analisi costi-benefici».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy