Lezzi: nessuno tolga al Sud
Lezzi: la Tav? Inutile, il referendum ora non ha senso. E le trivelle saranno bloccate
«Sulle autonomie attenti alla Costituzione: non devono togliere nulla al Mezzogiorno. Le trivelle? Saranno bloccate»: così la ministra per il Sud Barbara Lezzi in un’intervista al Corriere.
Ministra Lezzi, il rapporto con la Lega sembra sempre più logoro...
«Avevamo già previsto una interlocuzione molto accesa. Siamo uniti da un contratto, ma non siamo alleati: siamo due forze distinte che intendono rimanere diverse».
Così facendo rischiate di non andare molto lontano.
«L’orizzonte della legislatura è a portata di mano. Quando ci si siede a un tavolo l’accordo si trova. Su tutto. E nonostante le divergenze è un accordo che mette sempre in primo piano il benessere dei cittadini».
Però le tensioni ci sono. Giorgetti ha criticato il reddito più volte, il M5S lo difende.
«È anche inutile continuare a difenderlo. I soldi sono stati stanziati in legge di Bilancio, ora ci sarà il decreto: ormai il reddito di cittadinanza è una realtà. C’è poco da discutere. Ora abbiamo messo anche a punto quello che a mio avviso è un connubio perfetto con il sostegno alle imprese».
Non teme che la misura favorisca il lavoro nero?
«No basta, mi offendo. Ci sono grossi deterrenti: verranno assunti nuovi ispettori del lavoro e chi truffa commette un reato con una pena da uno a sei anni. In più, chi percepirà il reddito, tra formazione e ore a disposizione per gli enti locali non avrà tempo per fare altro».
Senta, dopo Ilva e Tap ora c’è il caso trivelle. In Puglia la base è inferocita.
«Essere contrariati per il caso trivelle era ragionevole: ora infatti c’è un emendamento che blocca tutto come promesso. Gli altri due temi erano diversi, abbiamo fatto il possibile e stiamo monitorando».
Avete scaricato la colpa sui governi precedenti...
«Non è questione di scaricare la colpa: succede che ci siano situazioni aperte gestite o autorizzate da chi c’era prima di noi. Quando è possibile interveniamo. Per le trivelle siamo intervenuti con l’emendamento al dl Semplificazioni».
Perché il Movimento frena sulle autonomie regionali?
«Il Movimento non frena. Si tratta di una richiesta arrivata sulla base di referendum, quelli veneto e lombardo, che noi abbiamo appoggiato. Solo che le cose vanno fatte bene».
In che senso, scusi?
«Bisogna stare nel solco di ciò che prevede la Costituzione: scrivere nero su bianco diritti e doveri delle Regioni in modo che non vadano a scapito di altre Regioni. Mai verrà sottratto qualcosa al Sud».
Non c’è il rischio di allargare il divario Nord-sud?
«Il divario è frutto dei mancati investimenti, ora abbiamo fissato una fetta vincolante per il Sud. E c’è altro».
Allude ai fondi europei?
«Sì, abbiamo speso quelli per il 2018 e dobbiamo spendere 5 miliardi di fondi strutturali per il 2019. Ma in passato sono stati commessi molti errori. Dobbiamo fare meglio».
Lei che cosa intende fare?
«Come ministro ho diversi progetti in cantiere. Dalle bonifiche di Bagnoli e della Maddalena alla realizzazione della Via della Seta per i porti di Gioia Tauro e Taranto».
Avete salvato Carige con un intervento contestato.
«Noi non abbiamo agito come il Pd: siamo intervenuti per tempo mettendo una garanzia sui bond, poi in un secondo tempo ipotizzando una ricapitalizzazione. Il nostro è sostegno pubblico alla liquidità, cioè ai risparmiatori, ai cittadini, quelli che altri chiamavano speculatori».
C’è una manifestazione a sostegno della Tav.
«Per noi la Tav è inutile, ma è sempre giusto manifestare le proprie opinioni. In questo caso come in altri c’è un’analisi dei costi-benefici, che è il metodo più oggettivo possibile».
La Lega spinge per fare un referendum. Lo farete?
«Il referendum è uno strumento che rispettiamo e tuteliamo ed eventualmente non saremo certo noi a opporci alla volontà dei cittadini. Certo, sarebbe stato più sensato utilizzarlo molto tempo fa, quando il progetto Tav era agli albori. Nel contratto di governo comunque era prevista la ridiscussione integrale dell’opera. Esiste un accordo politico che prevede un metodo, non può certo essere messo in discussione a seconda dell’esito dell’analisi costi-benefici».