Effetto compensazione: il sindaco del No investe
La Tav forse non si farà, ma il Teatro civico di Susa verrà rifatto con i soldi della Tav. Così come alcune rotatorie, il ponte sul torrente Cenischia e altre meritorie opere di messa in sicurezza dei corsi d’acqua e di adeguamento delle strade. La storia infinita della linea ad alta velocità Torino-lione è fatta anche da molte questioni irrisolte. Quella delle compensazioni già elargite o assegnate ai Comuni interessati dall’opera mette in evidenza le contraddizioni che comporterebbe uno stop definitivo ai lavori. Susa viene considerata la capitale dei No Tav. Il sindaco si chiama Sandro Plano, considerato da sempre il capo politico dell’opposizione al treno veloce. Nella sua attività quotidiana deve invece gestire i soldi, tecnicamente si chiamano «misure compensative» che lo Stato ha destinato al territorio per i danni presenti e futuri arrecati dal cantiere della sezione transfrontaliera. Sono 98 milioni, spartiti tra 22 Comuni, quasi tutti contrari alla nuova infrastruttura. L’erogazione, che avviene tramite Regione e Città metropolitana è cominciata nel biennio 2011-2012, una delle fasi più calde della contestazione. A quell’epoca Susa ottenne 780 mila euro. In epoca recente è arrivata una nuova fetta da un milione e 300mila euro per la viabilità. Una delibera del Cipe chiarisce che al comune valsusino spettano altri 3,9 milioni, destinati al restauro del teatro. In totale sono più di sei milioni. Lo scorso 8 dicembre, Plano ha aperto il corteo dei No Tav a Torino, indossando la fascia tricolore.