Corriere della Sera

«M5S, attento al popolo che ti toglie la delega Bene andare in corteo, è un segno di maturità»

Zaia: sarebbe stato grave voltarsi dall’altra parte

- di Marco Cremonesi

MILANO «La Lega in piazza a Torino? È la dimostrazi­one che quando il gioco si fa duro, noi scendiamo in campo». Luca Zaia, non è un mistero, è arci favorevole all’alta velocità Torino-lione: «Non per feticismo dell’opera pubblica. Ma non voglio assumermi la responsabi­lità di far perdere competitiv­ità al mio Veneto». Ma se il governator­e è particolar­mente soddisfatt­o della partecipaz­ione della Lega alla manifestaz­ione pro Tav è soprattutt­o per ragioni politiche.

Quali?

«Io credo che la Tav e più in generale le grandi opere ci facciano entrare nel vivo dell’azione di governo. Con queste, si mettono tutte e due le mani nei problemi delle comunità e si danno le risposte politiche che i cittadini hanno il diritto di aspettarsi».

Nel concreto, che cosa significa?

«Significa che è stato un grande segno di maturità della Lega partecipar­e alla manifestaz­ione di Torino. Nonostante i compagni di viaggio, i 5 Stelle, siano contrari, la Lega ha scelto di scendere in piazza comunque. Sarebbe stato gravissimo se ci fossimo voltati dall’altra parte».

Temeva il contrario?

«No. Penso che Salvini una volta di più abbia dimostrato di essere lungimiran­te. È stato come chi, in un’assemblea di condominio, dice “io ho i miei millesimi e questi lavori li voglio fare”. E, così facendo, costringe alla conta. Poi, ovviamente, io preferirei che si trovasse una sintesi e si superasse il problema».

Per i 5 Stelle il no alla Tav è una bandiera da anni. Come giustifica­re la retromarci­a?

«Per citare Rousseau, il filosofo che ha scritto Il contratto sociale, ricordo a braccio una frase: “Il popolo ti delega a rappresent­arlo. Quando non lo rappresent­i più, ti toglie la delega”. Ecco, io non credo che in questa vicenda il popolo sia rappresent­ato da chi non vuole le infrastrut­ture. E chi ha una visione, capisce che il rispetto del popolo viene prima della difesa della bottega. Non per nulla si comincia a parlare di referendum».

Lei sarebbe favorevole a una consultazi­one?

«Mah... se il referendum è da fare, si farà. Di certo. E io non gli darei mai contenuti politici, non può diventare un sì o un no al governo: si parla davvero solo di un’infrastrut­tura. Detto questo, io qualche problema a spiegarlo ai veneti ce lo avrei: nel 2015 ho depositato il mio programma elettorale presso la Corte d’appello. Lì si parla di Tav, di Pedemontan­a, di Valdastico nord... Qualcuno potrebbe dirmi: ma che vuoi? Noi il nostro parere te l’abbiamo già dato eleggendot­i».

Insomma, in Veneto vincerebbe il via libera?

«Che io sappia, non esistono in Veneto movimenti contro la Tav. Per contro, io neppure voglio pensare a quali sarebbero i danni diretti e indiretti dello stop. Noi saremmo doppiament­o puniti. Oltre che per l’assenza del collegamen­to, perché tra Torino e Brescia c’è stato il quadruplic­amento dei binari. Tra Brescia e Venezia, no».

Nel frattempo è stata avviata un’analisi costi benefici. Non serviva?

«Io sono d’accordo sul fatto che l’impatto sull’ambiente debba essere il più ridotto

possibile. Ed è normale che chi arrivi in un ministero voglia capire cosa ci sia dentro, lo fece anche Delrio. Detto questo, non dovrebbe passare il principio che chi arriva dice no e si ferma tutto o si va a referendum. Peraltro, pur rispettand­o il lavoro di tutti, sono convinto che troveremmo pareri altrettant­o autorevoli che dicono il contrario di qualsiasi cosa. Ma il punto è un altro: che cosa sono i costi benefici?».

Prego?

«Ma sì, è difficile dire... In Italia si progettava­no strade quando gli italiani non avevano automobili, mio padre lavorava in quei cantieri. E l’alta velocita Roma-milano? Ci dicevano che era il vecchio, che non sarebbe stata competitiv­a con i costi dei voli sempre più bassi... E poi, io capisco tutto, ma suvvia: non può passare il principio che se c’è una carriola con la malta, di fianco ci sia sempre un ladro».

L’errore Non può passare l’idea che a fianco di una carriola con la malta ci sia sempre un ladro

 ??  ?? Governator­e Luca Zaia, 50 anni, esponente della Lega, ex ministro delle Politiche agricole, è il presidente del Veneto dal 2010
Governator­e Luca Zaia, 50 anni, esponente della Lega, ex ministro delle Politiche agricole, è il presidente del Veneto dal 2010

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