Giovanni, il prof scampato al sisma insieme ai suoi due pianoforti
Non vedente, 79 anni, è riuscito a uscire in strada: io resiliente, reagisco a ogni cosa
una forza della natura, non lo abbatte nulla. Figurarsi che subito dopo il terremoto mi ha detto: “Va bene, ora si ricomincia da capo”. Non appena i vigili gli hanno riportato i pianoforti lui si è rimesso a suonare, improvvisando un concerto tutto per noi».
Tre lauree, per oltre trent’anni docente di Lettere e Filosofia in un liceo di Milano, da pensionato Giovanni è tornato nella sua Sicilia, vicino al suo paese di nascita, Randazzo. E qui si è dedicato alla grande passione per la musica. «Ho cominciato a suonare il pianoforte l’anno prima di andare in pensione, perché mi sono detto che dovevo crearmi un hobby al quale adesso dedico quattro ore al giorno». Per ora ha mandato a memoria due partite di Bach, quattro preludi di Debussy, una rapsodia di Liszt. «E poi suono jazz a volontà», racconta con entusiasmo. Quello che non lo ha mai abbandonato, nel suo lavoro, nei viaggi in giro per il mondo, nell’impegno sociale. «Quando stavo a Milano ho collaborato con giornali e radio occupandomi dei portatori di handicap — racconta —. Andavo a scuola in tandem, dietro a un mio allievo, che poi ha anche partecipato alle Olimpiadi. Sono resiliente, non mi piace il pietismo e reagisco a qualunque cosa». Terremoti inclusi. Insomma: «Sono un filosofo della scienza, affronto i problemi. E non credo nei miracoli». Anche se la vita di Giovanni a un miracolo un po’ assomiglia.
Il professore ringrazia i pompieri di Catania e di Acireale «per la loro abnegazione». Li inviterà a cena «quando la mia casa sarà ricostruita. Certo, voglio suonare per loro. Sarà il mio modo per dire che la vita continua».