Corriere della Sera

Quando un film su Salvini e M5S?

- Di Beppe Severgnini

Gli inglesi stanno litigando. Non è una novità, direte voi: da tre anni non fanno altro. Vero, ma c’è una novità. Il tema delle discussion­e è il solito — l’uscita dall’unione Europea — ma ora c’è di mezzo un film: «Brexit: The Uncivil War» (Brexit, la guerra incivile). L’autore, James Graham, si è cimentato in passato con il political drama. Ma stavolta ha fatto più baccano del solito.

Il film — trasmesso nel Regno Unito lunedì su Channel 4, apre su Hbo il 19 gennaio — ruota intorno a Dominic Cummings, direttore della campagna per il «Leave», interpreta­to da Benedict Cumberbatc­h. «Tutti sanno chi ha vinto. Ma non tutti sanno come» dice all’inizio, fissando l’obiettivo. Come ha capito, Cummings, che le tre parole Take back control (riprendere il controllo) erano la chiave per scassinare la psicologia nazionale? Com’è riuscito a mobilitare tre milioni di elettori che tutti avevano ignorato, e hanno fatto la differenza? Domanda: perché nessuno ha pensato a un film sul successo elettorale del Movimento 5 Stelle o sull’ascesa della Lega nel 2018? Strabilian­ti, entrambi. Non si tratta di giudicare, ma di raccontare e aiutare a capire. Eppure, niente.

Quando il cinema italiano affronta la politica, la prende larga. Le vicende e i personaggi diventano allegorie («Il caimano» di Moretti e «Il divo» di Sorrentino, rispettiva­mente su Berlusconi e Andreotti), grandi affreschi («Loro» di Sorrentino, ancora su Berlusconi), commedie («Benvenuto Presidente», di Riccardo Milani). Ci sono eccezioni (le serie «1992» e «1993»), ma è come se il meccanismo della politica non fosse giudicato abbastanza forte da sostenere la narrazione; e allora si preferisce spostarsi sul personaggi­o o sull’atmosfera.

Ma la vita politica, talvolta, offre storie avvincenti, soprattutt­o in occasione delle elezioni e dei nuovi governi, che possiedono tutti gli ingredient­i (sfondi, protagonis­ti, comparse, prologo, trama, gran finale). Anche gli americani lo sanno: andate a vedere «Vice - L’uomo nell’ombra» (su Dick Cheney), «Le idi di marzo» (con George Clooney) oppure «Colori primari» (sull’ascesa di Bill Clinton). Avanti, chi può interpreta­re Matteo Salvini e Luigi Di Maio? Il sottotitol­o l’abbiamo già: «Tutti sanno chi ha vinto. Ma non tutti sanno come».

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