Corriere della Sera

A fine anno la ballerina dovrà lasciare l’opéra Garnier

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ROMA Direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’opera di Roma (di recente è stata riconferma­ta per tre anni), étoile, sulla scena a Parigi (ma è prossima all’addio) e a Roma (a marzo nella serata Philip Glass con Friedemann Vogel). Adesso anche un film sulla sua vita per Eleonora Abbagnato, prodotto da 11 Marzo Film di Matteo Levi. Il cinema è interessat­o alla sua vicenda da favola.

«Guardando Billy Elliot mi è passata davanti la mia intera vita. Fin da piccola ho tenuto un diario, poi diventato un libro, Un angelo sulle punte. Mi sarebbe piaciuta una fiction, ma si è presentata l’opportunit­à di un film, diretto da Irish Braschi. A Parigi stiamo selezionan­do danzatrici per interpreta­re me bambina». La trama la conosce bene.

«La storia di una ragazzina siciliana che porta in sé l’energia dell’isola. Un racconto di sofferenza, proprio come Billy. Roland Petit che dice a mia madre “sua figlia non è abbastanza elastica, deve praticare la ginnastica artistica”. E fa pressione sulle mie ginocchia. Ne avevano paura tutti, non io. Io ero solo felice. Mi facevo “massacrare” da chiunque con quell’esercizio». Nel film alcune figure cardine della sua infanzia.

«La mia prima insegnante a Palermo Marisa Benassai. Fu lei a fare il mio nome quando i francesi cercavano Aurora per La bella addormenta­ta. Allora ero alla scuola della Bresobraso­va a Montecarlo, la quale reagì infuriando­si. Evelina Virzì è mia amica del cuore da sempre. Non è mai stata invidiosa. Quanti sacrifici. Non credo mia figlia Julia ne sarebbe capace». Una rigida disciplina governa ancora la danza.

«Oggi basta poco perché le madri arrivino a protestare, anche se io non mi sono mai offesa per come venivo trattata. Nei miei primi anni parigini alle nove a letto. Aspettavo la telefonata di mia mamma

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