Vita di un’étoile al cinema
Eleonora Abbagnato: «Un film sulla mia carriera Sarà una storia di sofferenza come Billy Elliot»
in una cabina. Se sforava di un minuto, dovevo rientrare». Ci sono però regole immutabili, come la magrezza.
«Una ballerina sa che le è richiesta. Fa parte del mestiere». Altri tre anni alla testa della compagine capitolina.
«È una lotta con i budget, un sogno la compagnia Bausch. Ma amo le sfide. Ho dalla mia parte il sovrintendente Carlo Fuortes e la sindaca Raggi, appassionati di danza. Ho detto sì a Roma rattristata da quel che è accaduto ai corpi di ballo di Firenze e Verona e con la convinzione di poter rafforzare l’immagine internazionale della città, grazie ad amicizie con nomi che sono la mia famiglia, Neumeier, Forsythe, Preljocaj, Kylián». Lei sostiene l’osmosi, anche con la moda.
«Ho avvicinato al teatro amici come Valentino (firma i costumi della Traviata di Sofia
Coppola, ndr), Jean Paul Gaultier, e una storica griffe francese, pronta a vestirmi nella coreografia di Bertaud che danzerò a marzo con Friedemann Vogel. Il pubblico va educato, il mio faro è Parigi: titoli contemporanei e stilisti di fama aiutano». Tornerà a Sanremo?
«Conosco Claudio Baglioni, porterei volentieri il mio corpo di ballo. Esibirmi, perché no: se il palco è adeguato». La danza, addii e ritorni.
«Ballerò in questa stagione e nella prossima. Poi chissà. All’opéra Garnier il limite di età per i danzatori è 42 anni. Lo trovo giusto. In Italia non ci sono regole. A Roma si arrivava ai 52 anni. Alla Scala a 55. Ma la carriera di una danzatrice si esprime al meglio dai 18 ai 46. Arrivata al Costanzi, nel 2015, mi sono imbattuta in criteri di selezione poco giusti, e ho cercato di cambiarli, in lotta con la solita mentalità
tutta italiana. Il corpo di ballo è migliorato. Sta crescendo». Via da Parigi a fine anno.
«Eh sì, a dicembre 2019 per via dell’età smetterò di ballare all’opéra. Dovrò riconsegnare le chiavi del camerino! Ma sono serena. Sto già pensando al saluto, forse dopo Manon con Friedemann Vogel. Il ministro della Cultura francese mi premierà. In Italia non è ancora successo. Ma Mattarella è siciliano come me. Sono fiduciosa.
d Sto già pensando a come salutare Parigi Il ministro della Cultura francese mi premierà. In Italia non è ancora successo, ma Mattarella è siciliano come me: sono fiduciosa
Sacrifici
«Quanti sacrifici ho fatto da ragazzina: non credo mia figlia Julia ne sarebbe capace»
L’addio vorrei fosse la scena finale del film». Anche una famiglia numerosa. Come fa?
«Annoto in un’agenda le partite della Roma (il marito Federico Balzaretti è oggi dirigente, ndr) e i miei impegni. Non lasciamo i ragazzi mai soli. E il lunedì è di riposo a teatro e nel calcio».