Ci pensa Cutrone Il cuore del Milan
Positivi gli osservati Paquetà e Higuain Ma sono i gol di Patrick a piegare la Samp
E poi, a un certo punto, al 90’, quando tutti e 14.854 i congelati convenuti di Marassi sono ormai convinti che si arriverà ai calci di rigore e si beccheranno un’altra razione abbondante di freddo cane, ecco che il bomber di scorta si alza dalla panchina, si leva il giaccone, poi la tuta, si becca una robusta pacca sulla spalla dal suo allenatore con annessi suggerimenti, entra in campo e chiude la storia. Tutti ad aspettare — per motivi diversi — segnali dai due grandi attesi Paquetà e Higuain, entrambi comunque positivi, invece è stato ancora una volta il riservato riservista Cutrone a levare il Diavolo dai guai, stendendo una Samp brillante ma un filo sfortunata e imprecisa con una strepitosa doppietta nei tempi supplementari. Ai quarti ci va quindi il Milan, che ora se la giocherà con la vincente di Napoli-sassuolo, in campo stasera al San Paolo.
Corsi e ricorsi: nel dicembre di un anno fa il ragazzino comasco decise il derby, sempre in Coppa Italia, sempre ai supplementari. Quella fu la partita della svolta, chissà non lo sia anche questa. Di certo non c’era modo migliore per preparare la trasferta in Arabia Saudita, dove mercoledì Gattuso e i suoi cercheranno di togliere la Supercoppa alla Juve. A proposito di Rino, va detto che decisiva ai fini del passaggio del turno è risultata la sua gestione dei cambi nel finale. La mossa vincente l’ha indovinata in chiusura dei tempi regolamentari, quando ha tolto un Castillejo applicato ma poco risoluto e al suo posto ha inserito appunto Cutrone, fresco e chiaramente desideroso di mostrare a tutti una volta di più che la vita da panchinaro non gli va. La modifica tattica — dal 4-3-3 al 4-4-2 — ha fatto il resto, con i due centrali doriani Tonelli e Andersen che, dopo un’ora e mezza di marcature curate, di fronte al doppio centravanti hanno del tutto perso le misure e si sono fatti colpevolmente infilare.
Splendidi i due gol, molto simili nella fattura. Il primo, al 12’ del primo tempo supplementare, di piattone sinistro su gran cross di Conti, uno che al Milan è mancato più di quanto si possa pensare. Sempre di piatto il bis, ma di destro, al 108’, stavolta su lancio di Calhanoglu, in pallonetto, subito dopo l’ennesimo strepitoso intervento di Reina. Almeno quattro quelli decisivi. Riflessione doverosa: uno come Pepe in panchina è davvero un lusso. Uno spreco, forse. Convincente l’esordio di Paquetà: ci ha messo mezzo tempo per prendere le misure, poi ha mostrato qualche colpo, una chiara propensione per gli inserimenti e una certa personalità. Ma è qui da pochi giorni, deve lavorare e trovare l’intesa con i colleghi. «È una spugna, impara subito» ha detto di lui Gattuso, che dei dubbi professionali del Pipita ha invece parlato così: «Non so cosa succederà». Senza gol ma comunque positiva la sua prova. Mercoledì a Gedda ritroverà Madama, che fu l’origine del suo tormento. Vediamo che succede. I fantasmi, si sa, si scacciano affrontandoli.