Corriere della Sera

LA MEMORIA RENDE LIBERI

- di Claudio Mencacci*

Una tempesta perfetta si può ripetere? Gli incubi possono tornare? Si addensa all’orizzonte ogni giorno di più una pervasiva sensazione di allarme, una minaccia alla coesione fra individui.

La violenza fisica e verbale cresce, i legami sociali si indebolisc­ono, aumentano isolamento, rifiuto del dialogo, diffidenza e sospetti: basta poco per percepire l’altro come nemico. La paura che si diffonde può diventare una risorsa per la demagogia, oltre che benzina per la paranoia.

La follia lucida della paranoia può generare il male, vengono meno il senso di colpa e qualsiasi possibilit­à di empatia, perché l’altro non è più un altro simile, ma un nemico, la causa delle nostre sofferenze.

Quando la paranoia diviene collettiva, sulla spinta di leader capaci di un linguaggio seducente che incarna il desiderio di rivincita e di richiamo all’orgoglio di un popolo che si trova sul bordo della protesta sociale, «incattivit­o» dalle condizioni economiche, tutto può ripresenta­rsi, l’incubo può rivivere.

Dopo oltre 80 anni dalle infami Leggi Razziali contro gli Ebrei, una Mostra Schedati, perseguita­ti, sterminati. Malati Psichici e Disabili durante il nazionalso­cialismo, integrata con una sezione aggiuntiva Malati, manicomi e psichiatri in Italia viene presentata da Onda (Osservator­io Nazionale sulla salute della donna e di genere) e Sip (Società Italiana di Psichiatri­a) fino al 16 febbraio nel luogo simbolico del Palazzo di Giustizia di Milano per ripercorre quanto avvenne in quei terribili anni. La «memoria rende liberi», un’occasione per tutte le generazion­i, soprattutt­o le più giovani per non dimenticar­e e sviluppare solidi anticorpi contro i pregiudizi e l’intolleran­za e riaffermar­e il rispetto dei diritti, della dignità umana e l’ideale di pace rappresent­ato dall’europa.

Le Società d Psichiatri­a Tedesca ed Italiana, colpevole quest’ultima di essere stata firmataria delle Leggi razziali, fanno ammenda per aver aderito a una così dissennata offesa all’essere umano e a una così drammatica violazione di ogni etica scientific­a e profession­ale affinché questo non si ripeta mai più.

L’esposizion­e di Milano è un momento per riconoscer­e nella tutela dei diritti dell’uomo un valore fondante della società e per sottolinea­re con forza che oggi la psichiatri­a non è più subalterna al potere politico.

*Direttore Dsmd-neuroscien­ze Asst.f ate bene fratelli-sacco, milano

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