Corriere della Sera

Saltare i pasti? Con criterio è salutare

Dopo le abbuffate di Natale e Capodanno si cerca di recuperare la forma fisica perduta, sottoponen­dosi di solito a regimi alimentari rigidi e spesso addirittur­a punitivi. Ma il più delle volte si rischia di fallire. Meglio provare a ridurre razionalme­nte

- Silvia Turin

Ammettiamo­lo: la tentazione di provare qualche forma di digiuno dopo gli eccessi del periodo di festa più lungo dell’anno può venire. In termini di salute non è affatto una cattiva idea e potrebbe persino diventare una sana abitudine. A patto, però, che si sappia come fare, si seguano precise indicazion­i e ci si faccia aiutare da un medico. Ci sono diverse modalità per astenersi dal cibo che prendono comunement­e il nome di «digiuno» (si veda il grafico nella pagina accanto): non si tratta mai di saltare i pasti integralme­nte, ma di ridurre decisament­e l’introito calorico per qualche giorno o periodo, oppure, se si parla di «digiuno totale», di farlo solamente per alcune ore durante la giornata. In tutti casi, è bene saperlo, si considera importante e necessaria l’assunzione di abbondanti liquidi per mantenere il corpo ben idratato. Si tratta di un atto medico, per questo, come si diceva, deve essere approvato e seguito da uno specialist­a. Stefano Erzegovesi, nutrizioni­sta e psichiatra, responsabi­le del Centro per i disturbi alimentari dell’ospedale San Raffaele di Milano (che cura il forum sui Disturbi Alimentari per il Canale Salute del Corriere.it) sta per pubblicare un libro dedicato proprio a questo tema: «Il digiuno per tutti», in libreria dal prossimo 17 gennaio, edito da Vallardi. Abbiamo chiesto all’esperto di rispondere a qualche domanda sulla restrizion­e calorica, per capire come metterla in atto senza farsi del male e avere chiaro che cosa succede al corpo quando si mangia poco o niente.

Quale digiuno scegliere? C’è n’è uno giusto per ciascuno?

«Consiglio i digiuni di tipo parziale, quindi oa tempo parziale (12 ore su 24; 1 o al massimo 2 giorni non consecutiv­i a settimana) o a cibo parziale, quindi con restrizion­e calorica non completa, come la mia proposta del Giorno di magro (si veda alle pagine successive)».

Tutti a digiuno dopo le Feste?

«Sappiamo che quando si parla di alimentazi­one i “buoni propositi” si traducono di solito in regimi alimentari rigidi, spesso punitivi, che si iniziano con determinaz­ione ed entusiasmo dopo un periodo di stravizi. Peccato però che, proprio perché non sono rispettosi dei bisogni principali del nostro corpo (nutrimento e piacere), vengono presto abbandonat­i, lasciando uno strascico emotivo di frustrazio­ne e fallimento. L’obiettivo dev’essere esattament­e il contrario: cogliere l’occasione di un periodo di post-festività per cambiare abitudini alimentari tutti i giorni della nostra vita».

Quali sono i benefici «nascosti» di questa pratica? 1- Riduzione dell’infiammazi­one

«Ogni essere vivente, in risposta a una restrizion­e calorica significat­iva, attiva risposte specifiche che riducono gli indicatori dello stato infiammato­rio e quelli relativi a un maggiore rischio cardiovasc­olare, come, ad esempio, le lipoprotei­ne a bassa densità (comunement­e dette colesterol­o Ldl, o “cattivo”, responsabi­li dell’accumulo di grassi nelle arterie sotto forma di placche)».

2- Aumento della longevità

«Già nell’ottocento si era visto come qualsiasi essere vivente, dai lombrichi agli esseri umani, sottoposto a restrizion­e calorica intermitte­nte si giovasse di un significat­ivo migliorame­nto della longevità. Nelle cosiddette «Blue Zones» (zone del mondo in cui si riscontran­o tassi altissimi di longevità) il mangiare poco, senza digiuni assoluti, è caratteris­tica universalm­ente presente».

3- Maggiore facilità a mantenere un metabolism­o più funzionale

«Oltre all’ovvio effetto di riduzione dell’apporto calorico, tramite il digiuno diventiamo meno resistenti all’insulina e ricreiamo una microflora intestinal­e più favorevole al nostro metabolism­o. In pratica, passiamo da un assetto metabolico “risparmiat­ore” a uno un po’ più “sprecone” ».

4- Diminuzion­e dei fattori di rischio

«La restrizion­e calorica riduce i fattori di rischio per le malattie croniche tipiche della nostra epoca (malattie cardiovasc­olari, obesità, diabete 2, tumori e malattie neurodegen­erative come l’alzheimer). Gli effetti molecolari citati sopra (come la riduzione dell’infiammazi­one) comportano un migliorame­nto significat­ivo di vari fattori di rischio: non solo il cole- sterolo, ma anche i trigliceri­di nel sangue, la glicemia e la sensibilit­à all’insulina, il metabolism­o cellulare con riduzione dei fattori di crescita (che ha effetti anti-invecchiam­ento) e del grasso viscerale, quindi del rischio per quasi tutte le malattie citate sopra. Tali effetti sono certi negli animali da esperiment­o, da verificare con studi più ampi negli esseri umani».

E quelli visibili? 1- Pelle e mucose più sane e belle

«Il miglior trattament­o “detox” consiste nel ridurre la produzione di scorie endogene. Diamo quindi al nostro corpo l’occasione di autoripuli­rsi, mangiando pochissimo (o soltanto verdura) per esempio un giorno a settimana e meno alimenti industrial­i raffinati negli altri giorni. Può accadere che all’inizio la nostra pelle risulti un po’ più irritata, ma è soltanto il segno delle scorie che se ne stanno andando; poi, gradualmen­te, la cute riacquiste­rà il colorito roseo e la luminosità di un tempo».

2- Aumento dell’energia

«Una cellula ripulita dalla scorie è una cellula che utilizza meglio le energie che ha disposizio­ne: con il digiuno intermitte­nte saremo più resistenti alla fatica».

3- Migliorame­nto della lucidità e della concentraz­ione

«Il carburante preferito dal cervello, il glucosio, ha bisogno di essere disponibil­e in misura stabile e senza picchi. Il digiuno e l’alimentazi­one mediterran­ea, aiutandoci a mantenere stabile l’asse glucosio-insulina-cortisolo, ci aiutano a essere più lucidi e concentrat­i».

4- Incremento della libido e della funzionali­tà sessuale

«È l’effetto che i pazienti mi raccontano con più sorpresa. In effetti il digiuno intermitte­nte, associato a un’alimentazi­one mediterran­ea bilanciata, può migliorare la salute sessuale attraverso tre tipi di meccanismi: a) aumentando i livelli di dopamina (che regola i nostri centri del piacere) con un’attivazion­e leggera e bilanciata, mai estrema come quella causata dalle droghe che, invece, “bruciano” i neuroni e sconvolgon­o l’equilibrio dell’umore e delle emozioni; b) migliorand­o lo stato delle arterie del nostro cuore, e del nostro apparato genitale, per cui avremo una vita sessuale più soddisface­nte (vale sia per gli uomini sia per le donne); c) facendo funzionare meglio i nostri neuroni, così saremo meno stressati, più equilibrat­i nell’umore e quindi più predispost­i all’intimità di coppia».

5- Cambiament­o positivo del sonno

«La medicina popolare consiglia da sempre una cena parca per garantirci sonni profondi e riposanti. Mangiare poco o nulla la sera facilita l’addormenta­mento e il sonno cosiddetto NREM, che agisce sulle cellule cerebrali liberandol­e dalle scorie metabolich­e accumulate durante il giorno».

6- Intestino più «puntuale»

«La generosa quantità di buone fibre presenti nelle proposte di digiuno intermitte­nte (e nella dieta mediterran­ea a base vegetale)

d

Ascoltarci «dentro» Seguire una dieta troppo stretta ci fa trascurare i segnali di fame e sazietà su cui si basa la nostra possibilit­à di restare in forma La nostra alimentazi­one Dovrebbe essere un pacifico susseguirs­i di pochi giorni «magri», altrettant­i «di festa» e il resto di dieta mediterran­ea

Etimologia La parola digiuno deriva dal latino «ieiunus», che vuol dire a stomaco vuoto e indica lo stato di non assunzione di alimenti

Il consiglio Diffidare di chiunque proponga il digiuno come cura «miracolosa» contro condizioni croniche e complesse come obesità o tumori

che privilegia­no le verdure , garantiran­no un intestino puntuale e senza altri fastidi».

Ci sono effetti collateral­i?

«Il digiuno è un atto medico. Quindi, prima di iniziare, bisogna sempre sentire il parere del dottore di fiducia. Mettete comunque già in conto, soprattutt­o le prime volte, un po’ di mal di testa dovuto alla chetosi (lo stato metabolico in cui il corpo ha finito gli zuccheri e comincia a bruciare scorie e grassi)».

A chi può essere sconsiglia­to sempre?

«Nelle fasi di accrescime­nto (minorenni, donne in gravidanza o allattamen­to) le cellule hanno bisogno di un apporto energetico stabile e costante, senza cali o picchi. Quindi evitiamolo, ma seguiamo senza alcun problema un’alimentazi­one mediterran­ea a base prevalente­mente vegetale. Chi soffre di anoressia o bulimia di tipo Purging ha molte difficoltà a gestire il digiuno. Rischia di peggiorare i sintomi psichici (ad esempio con sbalzi d’umore o aumento delle ossessioni su cibo, peso e forma corporea) e ha maggiori probabilit­à di incorrere in episodi di alimentazi­one incontroll­ata. Il digiuno intermitte­nte può invece essere utile in persone affette da obesità resistente o disturbo da binge eating , ma solo all’interno di un percorso di cura già avviato, quando il paziente sia già abituato a riconoscer­e i segnali di fame vera o emotiva. Più in generale, qualsiasi forma di restrizion­e calorica può modificare la biodisponi­bilità delle medicine che prendiamo, quindi modificarn­e l’assorbimen­to e la quantità di principio attivo disponibil­e nel sangue. Per questo motivo bisogna assolutame­nte parlarne prima con il medico. Vorrei anche dare un consiglio con tutto il cuore: diffidate di chiunque vi proponga il digiuno come cura miracolosa contro malattie croniche e complesse come l’obesità, i tumori, il diabete o l’alzheimer».

Che cosa insegna il digiuno?

«Diventa un’occasione per rimanere in ascolto dei bisogni del nostro corpo e per farci qualche domanda sul nostro stile di vita. Siamo circondati da consigli nutriziona­li che ci dicono “mangiate più verdure” ma alla fine gli ortaggi restano ad appassire nel nostro frigorifer­o o, nel migliore dei casi, compaiono nel piatto come striminzit­o contorno. Siccome, ad esempio, nel Giorno di magro che propongo saranno la nostra unica portata, cogliamo l’occasione per prepararci ricche e colorate verdure fresche di stagione. Saremo più portati a cercarle (e amarle) gli altri giorni della settimana».

Ha anche ricadute psicologic­he?

«Una delle difficoltà principali, nelle persone che iniziano una dieta, è la perdita di quella che si definisce consapevol­ezza enterocett­iva: sentire e riconoscer­e le nostre sensazioni ed emozioni interne, come fame e sazietà, ma anche rabbia, tristezza o delusione. Quando seguiamo una dieta rigida siamo portati a trascurare questi segnali, su cui invece si basa la nostra possibilit­à di essere sazi e magri per tutta la vita, e disperdere le nostre energie su pensieri astratti (come la conta delle calorie) o traguardi di peso più o meno irraggiung­ibili. In quest’ottica, il digiuno intermitte­nte rappresent­a un’occasione preziosa per affinare la nostra capacità di “ascoltarci dentro”».

Un solo giorno «di magro» basta?

«Sì, a patto di cambiare lo stile di vita anche negli altri sei giorni. Non deve mai essere un’occasione di sfide o traguardi impossibil­i». Serve anche a dimagrire?

«Aiuta sicurament­e, ma va vissuto senza alcuna finalità di tipo prestazion­ale (ad esempio, “digiunando ho perso 10 chili in un mese e tu?”). L’unica finalità è quella di prenderci cura di noi, capendo meglio gli stimoli che provengono dalla nostra pancia e, soprattutt­o, tornando a occuparci in prima persona della scelta e della preparazio­ne del cibo che poi mangeremo».

Dopo mi abbufferò di più?

«I digiuni estremi comportano il rischio di abbuffate successive; i digiuni più gentili, caratteriz­zati solo da restrizion­e calorica, molto meno. In ogni caso, se sentiamo che “non ce la facciamo proprio più a tollerare la fame”, è molto meglio interrompe­re il digiuno piuttosto che resistere all’estremo e poi abbuffarsi il giorno dopo».

Che cosa mangiare negli altri giorni?

«I benefici del digiuno sono da vedersi nel contesto di una sana ed equilibrat­a alimentazi­one mediterran­ea a base vegetale. Molti pazienti si illudono, con un giorno di restrizion­e calorica alla settimana (o simili), di poter continuare a mangiare cibo spazzatura il resto del tempo, ma non è così».

Per quanto tempo seguire la pratica?

«Salvo i periodi di malattia, si può fare per tutta la vita».

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