Corriere della Sera

Niente reddito a chi non partecipa ai progetti del Comune

I paletti sul sussidio. Nel decreto in arrivo giovedì, i contributi ai disabili e il pacchetto di tutela dei rider

- L. Sal.

ROMA I tecnici le chiamano «condiziona­lità». Sono i tanti paletti che vengono piantati sul terreno del reddito di cittadinan­za da una parte per tentare di renderlo più efficace come strumento per spingere verso il lavoro chi non ce l’ha, dall’altra per limitare il suo costo a carico del bilancio pubblico. E aumentano giorno dopo giorno nella bozza del decreto legge, che giovedì prossimo dovrebbe essere approvato dal consiglio dei ministri. Ad esempio perde il diritto al sussidio chi non segue le attività di formazione previste dal centro per l’impiego, a meno che non abbia una giustifica­zione. E anche chi non partecipa ai progetti di pubblica utilità previsti dal Comune. Ci sono anche sanzioni intermedie prima della perdita del sussidio. Chi non rispetta gli impegni del patto di inclusione, può essere richiamato fino a tre volte, poi può subire il taglio di alcune mensilità, da un minimo di due a un massimo di sei. Per poi decadere dal beneficio.

Queste e le altre condiziona­lità dovrebbero servire a contenere la spesa per il reddito di cittadinan­za. E sarebbe proprio questo il passaggio che dovrebbe consentire di sciogliere il nodo politico sul cosiddetto «decretone», liberando cioè le risorse chieste dalla Lega per aumentare le pensioni degli inabili al lavoro. E anche per modificare la curvatura del reddito, garantendo qualcosa in più alle famiglie numerose, visto che finora si prevedeva un aumento del sussidio fino al terzo figlio ma dal quarto figlio in poi non c’erano altri incrementi. La conferma arriva dal vicepremie­r Matteo Salvini: «Sì, ci sono i contributi previsti per i disabili, risolta anche questa questione».

Viene definito meglio anche il ruolo del famoso «navigator», il tutor che dovrebbe aiutare il disoccupat­o a trovare lavoro. Entrerà in campo 30 giorni dopo che la persona è stata presa in carico dai centri per l’impiego. Il suo servizio durerà in tutto sei mesi. Mentre, forse come emendament­o da presentare in Parlamento, potrebbe entrare nel decreto anche il pacchetto a tutela dei rider, con lo stop alla paga a cottimo e il rimborso delle spese per le bici.

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