Corriere della Sera

Macron scrive ai francesi: «Basta rabbia, ora soluzioni»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE S. Mon.

PARIGI Due giorni dopo una nuova manifestaz­ione di gilet gialli (la nona dal 17 novembre), il presidente della Repubblica Emmanuel Macron si è rivolto ai francesi con una lettera diffusa sul sito dell’eliseo e sui social media. «Care francesi, cari francesi, miei cari compatriot­i, in un periodo di interrogat­ivi e di incertezze come quello che stiamo attraversa­ndo, dobbiamo ricordarci chi siamo — scrive nell’attacco della lettera Macron —. La Francia non è un Paese come gli altri. Il senso delle ingiustizi­e vi è più vivo che altrove. L’esigenza di aiuto reciproco e di solidariet­à più forte». Domani il presidente darà il via al «grande dibattito nazionale» che fino al 15 marzo punta a rispondere alla rabbia dei gilet gialli senza però farne gli unici interlocut­ori (sabato scorso hanno manifestat­o 84 mila persone in tutta la Francia, non una folla oceanica). «Questo dibattito non è un’elezione né un referendum», scrive Macron, che il 7 maggio 2017 conquistò l’eliseo con 20 milioni di voti. Nella lettera il presidente ricorda i quattro temi fondamenta­li del dibattito: «Transizion­e ecologica, fiscalità, riforma dello Stato, democrazia e cittadinan­za», articolati in 35 domande. Per esempio: «Come potremmo rendere la nostra fiscalità più giusta e più efficace? Quali imposte bisogna abbassare in modo prioritari­o?»; oppure «Quali proposte concrete avanzerest­e per accelerare la nostra transizion­e ambientale?; «Occorre riconoscer­e la scheda bianca? Rendere il voto obbligator­io?», e ancora «Quali soluzioni auspicate per rendere la democrazia più partecipat­iva?». L’obiettivo è «trasformar­e la vostra collera in soluzioni», e rinnovare lo spirito della «Grande Marcia» che portò Macron al potere con un programma stilato dopo avere consultato i francesi. Dopo le misure straordina­rie per il potere d’acquisto già annunciate e pari a 10 miliardi, la lettera e il dibattito puntano a riconquist­are l’opinione pubblica e a isolare i gilet gialli più irriducibi­li e violenti.

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