Le scuole di cucito firmate da Dolce & Gabbana
Il loro orgoglio più grande è «non aver mai preso scorciatoie sulla qualità, non aver mai badato a spese sulla sartoria». Nascono anche per questo le «Botteghe di Mestiere» di Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Perché, spiegano i due stilisti, la bottega, come centro di diffusione del saper fare, «è il cuore della moda». Il loro progetto di una scuola del cucito è cresciuto: hanno già aperto quattro sedi in Lombardia e a breve ne aprirà una quinta a Padova. Al loro progetto è dedicata la copertina del nuovo numero di «Buone Notizie», il settimanale del Corriere della Sera, che sarà in edicola gratis come ogni martedì insieme con il quotidiano. «Avevamo
Fuori ci sono venti gradi sotto zero, ed è sempre buio, ma è proprio in giorni come questi che Benjamin Vidmar lavora a pieno ritmo. Mancano poche settimane all’inizio dell’alta stagione, quando i primi turisti cominceranno ad arrivare a Longyearbean, uno degli insediamenti umani più a Nord del mondo, nell’arcipelago norvegese delle Svalbard, per vivere un’esperienza artica. E le cucine dei dieci alberghi che hanno aperto in quello che ancora pochi anni fa era uno sperduto avamposto minerario, al 78° grado di latitudine Nord, frequentato tutt’al più da scienziati ed esploratori, hanno cominciato a inviare i loro ordini. Servono radicchio, rucola, basilico, peperoncini, aneto, coriandolo, pomodorini e anche qualche legume: e Benjamin, Ben per tutti, con i suoi due figli più grandi, Amir e Alif, è ormai impegnato tutto il giorno nella sua serra a piantare semi, innaffiare piantine, spostare vasi e cassette. Tra un paio di settimane cominceranno a esserci i primi raccolti.
La sua Polar Permaculture è probabilmente l’azienda agricola più vicina al Polo Nord del pianeta. E la si può trovare facilmente, sull’unica strada dell’isola, che dal piccolo museo di Longyearbean che ricostruisce la tragedia di Roald Amundsen — il grande esploratore che partì da qui nel 1928 per un viaggio senza ritorno nel tentativo di salvare l’ammiraglio Umberto Nobile scomparso tra i ghiacci con il suo dirigibile — si addentra nell’interno. La serra di Ben assomiglia a un grande igloo di plastica, costantemente illuminato da una luce rosa che, nella notte polare, lo rende ben riconoscibile anche a chilometri di distanza. All’interno, tra mucchi di cassette accatastate in pile verticali, il In edicola
● «Buone Notizie» è l’inserto del Corriere della Sera dedicato al mondo del sociale e al volontariato
● Il settimanale è in edicola tutti i martedì, gratuitamente, allegato al quotidiano di via Solferino bisogno di personale esperto — raccontano gli stilisti che lavorano insieme da 35 anni — e la formazione è la base di tutto, la qualità è fatta dalla bravura di chi lavora. E poi è questione di responsabilità sociale. Formare giovani vuol dire offrire opportunità e nei giovani abbiamo sempre creduto».
È un numero fatto di storie, come quella di Plinio Vanini, manager venuto in soccorso degli ultimi produttori della Valgerola, in Valtellina, e del loro «Latteria» a rischio di estinzione. I contadini non ce la facevano più a vendere i loro formaggi e lui, che è cresciuto nella stalla ma oggi lavora alla Autotorino, una galassia di concessionarie con 1.100 dipendenti, ha aperto uno spaccio nell’azienda agrituristica di Mantello: compra il formaggio della Valgerola e lo rivende senza lucrarci. Un angelo custode delle tradizioni per un formaggio buono e etico. Ma troverete anche inchieste come quella che domani tocca il tema del welfare aziendale: i servizi offerti ai lavoratori sono in aumento e appaiono sempre più diversificati. Sostegno al reddito, prestazioni sanitarie, cura dei figli e dei genitori. Ci sono molti esempi virtuosi, dalla Liguria al Piemonte. Ma la metà degli accordi riguarda le imprese con meno di 50 dipendenti. E il rischio è che molti restino esclusi.
Infine, la rubrica Male nostrum video, gallery, aggiornamenti e commenti sulle notizie del giorno tocca il grande tema della povertà educativa attraverso un focus sulla lettura. L’ultimo rapporto di Fondazione Openpolis e dell’impresa sociale «Con i bambini», infatti, dice che un bimbo su due non legge; una famiglia su dieci non ha in casa neppure un libro; un adolescente su quattro abbandona la scuola prima del tempo. Insomma, i topi da biblioteca sono in estinzione. Ma nel nostro Paese, che registra un analfabetismo di ritorno e dove la comprensione dei testi più semplici rischia di diventare privilegio per pochi, le biblioteche possono essere il presidio di cultura e di socialità. (Norvegia)