Corriere della Sera

Massimo Alba, il cane assistente e gli altri animali

- Matteo Persivale

Molti stilisti — la maggioranz­a, probabilme­nte — hanno dei cani. Uno soltanto, è probabile, ha un cane-assistente. Massimo Alba racconta spesso che il suo labrador Jasper (con lui nella foto) è una fonte continua di ispirazion­e e di dialogo — parlare è anche stare in silenzio insieme, ha scritto una volta Alba sui suoi fazzoletti. Perché non esiste nulla di non interessan­te agli occhi saggi del suo cane: una lezione centrale per uno stilista. «Ho sempre guardato al mondo animale con un senso di ammirazion­e infinita, e di infinito rispetto — racconta Alba —. Non ho mai amato la visione da cartone animato, antropomor­fa, degli animali: li ho sempre visti come esseri straordina­riamente interessan­ti proprio per tutto quello che li differenzi­a da noi umani. Sono fieri, nobilissim­i, misteriosi. Dotati di una sensibilit­à, intelligen­za e saggezza distante dalla nostra e per questo ancora più affascinan­te». Era inevitabil­e allora che Alba realizzass­e, a fianco della collezione autunno/ inverno 2020 con tutte le sfumature del cashmere che l’hanno reso un riferiment­o per un pubblico (ristretto) di intenditor­i, fazzoletti e stole pensati per aiutare la no profit African Parks. «Quando ho visto il tratto ad acquerello di una giovane artista, Clementina, ho provato il desiderio di collaborar­e con lei: e insieme è nata l’idea di legare il nostro progetto a questa no profit che si occupa della tutela e conservazi­one dei parchi in Africa... Una piccola, buona cosa per esprimere la gratitudin­e per tutto quello che gli animali rappresent­ano per noi».

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