«Sull’isola di Pasqua le statue moai indicavano sorgenti d’acqua dolce»
Una nuova ipotesi archeologica legata ai misteri (mai risolti totalmente) sul posizionamento delle statue dell’isola di Pasqua è stata riportata dalla rivista scientifica «Plos One». Secondo gli archeologi, la posizione di queste gigantesche figure ancestrali (moai) e le piattaforme su cui sono poste (ahu) sarebbe legata alla loro vicinanza a fonti di acqua dolce, una risorsa estremamente rara e preziosa. Inizialmente queste sculture sono state considerate come monumenti ancestrali dagli studiosi che per anni si sono accaniti sul loro significato simbolico. Evidentemente il posizionamento poteva anche servire a scopi più pratici. I ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione su un quadrante dell’isola polinesiana di Rapa Nui per sostenere che erano state messe in quella posizione per segnalare la presenza di acqua dolce. La vulcanica Rapa Nui è la patria di oltre mille enormi teste scolpite e più di 300 piattaforme megalitiche che si ritiene siano state costruite in circa 500 anni dopo l’anno Mille. La gran parte delle statue sono state realizzate lavorando il tufo, ma ce ne sono alcune scolpite in altro materiale. Tredici sono in basalto. L’isola di Pasqua è a 3.500 chilometri dalla costa del Cile, del quale fa parte. (k. d’a.)
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