L’imprendibile Chiesa fa volare la Fiorentina Toro steso in 5 minuti
TORINO «Attenti!». È il saluto di Stefano Pioli e dei giocatori viola, a fine partita. Anche così ricordano Davide Astori, come un anno fa in campionato allo stadio Grande Torino dopo una vittoria finale e contestata. E German Pezzella mostra la fascia del capitano che non c’è più, i tifosi arrivati da Firenze che applaudono, i giocatori viola salutano, portando la mano destra sulla fronte: tesa, come spiegava Al Pacino nel remake di «Profumo di donna». Profuma di Coppa Italia la Fiorentina che va ai quarti e incontrerà la vincente di Roma-entella, in campo stasera. La corsa del Torino si ferma qui.
«Attenti a Chiesa», aveva detto in settimana Walter Mazzarri. Giuste le preoccupazioni dell’allenatore del Toro. La partita la vince Federico Chiesa, che a 21 anni segna la sua prima doppietta con la maglia viola. Sono due lampi che spaccano la sfida in 5 minuti, all’87’ e al 92’. Prima (minuto 80) un gol annullato al granata De Silvestri: il fuorigioco c’è, poco comprensibile perché l’arbitro Abisso abbia consultato la Var per 5 minuti. Valide, ovvio, le due reti di Chiesa che fanno pendere l’ago della bilancia verso chi aveva saputo aspettare, con organizzazione e disciplina tattica. Chiesa in campionato ha segnato 3 reti. Però attenti, avverte Pioli: «Un anno fa non sempre si allenava bene, a volte sembrava distratto. Ora la sua concentrazione è sempre al massimo. E alla fine i risultati arrivano».
Chiesa è il centro di questa partita: ha la classe di papà Enrico ed è «tignoso» come lui, genovese ruvido che arriva dalla valli e non dal mare. Lo vedi quando fa gol, ma anche quando «aspetta» e logora ai fianchi difensori ed esterni avversari. Il ragazzo, si sa, piace ad altre grandi squadre, soprattutto Inter e Juve. L’opinione della famiglia Della Valle, proprietaria della Fiorentina, è quella di tenerlo almeno fino al 2022 (scadenza contrattuale), soprattutto se questa squadra la prossima stagione giocherà in Europa.
Di Federico Chiesa parla anche Mazzarri, pure dopo l’eliminazione: «Alla squadra non posso rimproverare nulla dal punto di vista dell’impegno. Però dobbiamo crescere, maturare davvero, perché nel finale siamo stati ancora bischeri. E mi dispiace, tanto, così come dispiace ai giocatori, perché tutti tenevamo alla Coppa Italia. Merito anche della Fiorentina, va riconosciuto. Basta guardare al pressing fatto anche da Chiesa, feroce». La Fiorentina saluta e va avanti. Il Toro saluta e si ferma, la curva Maratona applaude comunque, dall’altra piove qualche fischio della dissidenza «storica». Attenti quasi a tutto, contenti quasi mai.