Macron in crisi per un arresto
In Israele e Ciad dopo il licenziamento, 4 passaporti: fermato Benalla, ex guardia del corpo all’eliseo
PARIGI Alexandre Benalla torna in cella. Dopo una prima indagine e la custodia cautelare a luglio per i pestaggi durante le manifestazioni del primo maggio, l’ex guardia del corpo e incaricato per la sicurezza del presidente Emmanuel Macron è stato fermato ieri, a pochi giorni da una nuova udienza davanti al Senato, lunedì prossimo.
Il caso Benalla è stato l’inizio della crisi per la presidenza Macron e continua a offrire colpi di scena. Dopo le polemiche e le indagini per il suo intervento indebito nelle manifestazioni, l’uso di simboli e auto della polizia senza farne parte, l’appartamento di servizio poco lontano dall’eliseo e altri privilegi, il giovane (27 anni) Benalla aveva a sua disposizione anche due passaporti diplomatici, che ha continuato a usare anche dopo l’esplosione del caso e il suo licenziamento dall’eliseo, l’estate scorsa.
All’inizio di dicembre Benalla ha usato quei documenti per entrare in Israele e in Ciad, dove ha incontrato personalità ad alto livello — tra i quali il presidente Idriss Déby, per due ore — tre settimane prima la visita ufficiale di Macron nella capitale N’djamena. La versione del governo francese è che Benalla viaggiava per conto proprio e non aveva informato né l’eliseo né il Quai d’orsay.
Due giorni fa, davanti alla commissione d’inchiesta, il ministro degli Affari esteri Jean-yves Le Drian ha detto di essere venuto a conoscenza del viaggio di Benalla con passaporto diplomatico il 24 dicembre, grazie alla stampa. «Ho chiesto spiegazioni al nostro ambasciatore in Ciad e mi ha detto che lui ne era informato —ha aggiunto Le Drian — , ma aveva ritenuto di non doverlo comunicare. Un errore di giudizio, che l’ambasciatore ha riconosciuto».
Resta curioso che, dopo l’enorme scandalo estivo che ha reso Benalla celebre nel mondo, la stessa persona abbia potuto viaggiare con passaporto diplomatico francese a bordo di un aereo privato (accompagnato da circa sei persone), sia stata accolta dal capo di Stato del Ciad alla vigilia della visita ufficiale di Macron, che l’ambasciatore francese in Ciad lo sia venuto a sapere e che abbia valutato la notizia non meritevole di essere trasmessa a Parigi.
Benalla è sotto inchiesta per falso, la tesi è che abbia fabbricato documenti per ottenere almeno uno dei quattro passaporti di cui era in possesso (due di servizio e due diplomatici). Ma al di là del suo destino personale, la questione riguarda il suo rapporto con Macron. «Non è possibile mettere una persona del genere al cuore del potere», dice il capogruppo dei Républicains (destra) al Senato, Bruno Retailleau.