Corriere della Sera

Quei dettagli che ci svelano le vite degli altri

- Di Paolo Di Stefano www.corriere.it

La nostra superficia­lità e la nostra indifferen­za ci portano a pensare ai migranti come a masse impersonal­i, in forma di numeri e percentual­i… Quanti sono? Di quanto sono di-minuiti gli arrivi? Quanti a noi e quanti a voi? Raramente ci domandiamo: chi sono? Che vite avranno? Da dove pro-vengono? Pensiamo a generici luoghi di conflitto e di miseria. È il modo miglio-re per tenersene debitament­e a distan-za. Pensarli tutti uguali, con gli stessi desideri, le stesse paure, le stesse ambi-zioni, le stesse vite: il viaggio li rende uguali, privi di storie individual­i e identiche parti di un’unica storia (per lo più molto fastidiosa o minacciosa per la nostra tranquilli­tà). Poi da quella massa così lontana salta fuori una piccola vita (e/o una «piccola» morte) e solo allora, di fronte a una briciola o

L’identità

Pensiamo ai migranti come a masse impersonal­i, in forma di numeri. Raramente ci domandiamo chi sono

a un dettaglio ravvicinat­o e reale, la nostra coscienza si risveglia in un (provvisori­o?) sussulto di commozione o, come si dice, di empatia. Con le domande più ovvie. Dunque quel ragazzino maliano, di cui non sappiamo nulla, aveva fatto le scuole? E aveva una buona pagella a cui teneva tanto al punto da cucirla in una tasca per portarsela con sé nel viaggio della speranza? Probabilme­nte quel documento scolastico era immaginato come un talismano capace di aprire le porte del futuro: un talismano di orgoglio, di riscatto e di consapevol­ezza da far valere al momento giusto. Purtroppo il momento giusto non è arrivato, perché il giovane naufrago è affogato in mare con il suo talismano, che non è riuscito a salvarlo. Ma basta un niente per distoglier­ci dalle nostre sicurezze e avvicinarc­i alle vite degli altri: cominciare a conoscerle per vie traverse, strambe, attraverso un oggetto, una frase, un gesto. Dovremmo fare uno sforzo di immaginazi­one. Ogni volta, di fronte alle masse e ai numeri che ci vengono propinati, pensare di quanti oggetti personali, anche più insignific­anti di una pagella con ottimi voti, è pieno il nostro mare. Talismani di vite perdute in una gigantesca tragedia a cui non siamo estranei.

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