Tasse, le imprese battono la finanza
Il Mef: la manifattura ha versato più imposte di banche e assicurazioni
Il 2016 si conferma l’anno orribile per l’industria finanziaria italiana. Aperto dalla crisi di Banca Marche, Etruria, Carichieti e Cariferrara, e chiuso dal fallimento dell’aumento di capitale del Monte dei Paschi, il 2016 ha visto il settore finanziario registrare una perdita di oltre 30 miliardi di euro, il 44% delle perdite complessive di tutte le società italiane di capitali, pari a 69,3 miliardi e in aumento rispetto all’anno precedente, grazie al rosso della finanza, di quasi un terzo (+32%). Il reddito dichiarato ai fini fiscali dalle imprese del settore è sceso del 14,6%, mentre l’imponibile si è quasi dimezzato.
Le dichiarazioni dei redditi 2016, presentate nel 2017, dalle società di capitali, secondo i dati diffusi ieri dal ministero dell’economia, sono state un milione 165 mila, in crescita dell’1,7% rispetto all’anno precedente. La percentuale delle imprese che dichiarano un’imposta è pari al 58%, mentre il 42% non ha dichiarato un’imposta o è a credito una perdita di bilancio, sostanzialmente invariata rispetto al 2015. Il 63% ha dichiarato un reddito rilevante ai fini fiscali, che nel complesso è stato pari a 163,4 miliardi di euro (in aumento dello 0,5%), mentre il 31% ha dichiarato una perdita e il 6% ha chiuso in pareggio.
Tra i settori in cui si registra una crescita del reddito ci sono i servizi di informazione e comunicazione (+34,9%), il manifatturiero (+3,4%) e il commercio all’ingrosso e al dettaglio (+7,5%). Il reddito fiscale dichiarato dalle imprese che operano nel settore finanziario è invece crollato del 14,6% rispetto all’anno prima.
L’imponibile 2016 delle società di capitali (l’88,7% è rappresentato da srl) è stato pari a 1,6 miliardi di euro, con un calo del 3,5%. Le società che liquidano le imposte in regime ordinario hanno registrato un piccolo incremento, ma la riduzione dell’imponibile per quelle che hanno scelto il regime consolidato, le più grandi, è stato anche superiore. Per il solo settore finanziario, sottolinea il ministero dell’economia, il reddito imponibile si è sostanzialmente dimezzato, passando da 13,9 a 7,8 miliardi di euro.
Le imprese che operano nel regime ordinario hanno dichiarato un’imposta netta di 21,9 miliardi (+2,2%), quelle che hanno optato per il consolidato di 11,4 miliardi (-12,1%). Il 64% dell’imposta deriva da tre comparti, il manifatturiero (32,6%), il commercio (19,9%) e il settore finanziario (11,3%).
Sempre nel 2016 i soggetti che hanno presentato la dichiarazione Irap sono stati 3 milioni 961 mila, in calo dell’8,6% sull’anno prima anche grazie all’estensione del regime forfettario. I soggetti che dichiarano un valore della produzione diverso da zero sono 3,3 milioni, per un importo di 362 miliardi (-10%). La base imponibile totale è stata pari a 423 miliardi (-4,9%) . L’imposta dichiarata per il 2016 è ammontata a 22,7 miliardi di euro, con una flessione del 2,4% rispetto al 2015, con un valore medio di 10.100 euro, in crescita del 16,8% sull’anno prima. Il 51% dell’irap è versata dalle regioni del Nord, il 17% da quelle del Sud.