Corriere della Sera

La caduta dei 5 Stelle verso il voto europeo: scendono al 25,4%, Carroccio vicino al 36

Pd al 17,3, FI al 7. Indecisi o astenuti più di 4 elettori su 10

- di Nando Pagnoncell­i

La Lega è ai suoi massimi, accreditat­a del 35,8 per cento, nel sondaggio in vista del voto per le Europee. I 5 Stelle si attestano al 25,4%, quasi due punti sotto le stime di voto politico. Il Pd avrebbe un risultato che lo colloca al 17,3%, in calo rispetto alle stime di fine dicembre, ma in ripresa rispetto a quelle di novembre. Forza Italia si attesta al 7 per cento.

Le elezioni europee si avvicinano e diventano sempre più il banco di prova per molte ipotesi politiche che riguardano il nostro Paese. La prima è la capacità delle forze populiste o sovraniste di ottenere importanti risultati nel continente. I due vicepremie­r sono fortemente impegnati in quest’opera. La seconda questione è relativa alla tenuta del governo: i risultati delle Europee dirimerann­o il tema del peso delle due forze di maggioranz­a, con possibili ripercussi­oni sui loro rapporti. Infine, è da considerar­e il fatto che i costi della manovra attuale saranno misurabili solo dopo qualche mese dall’entrata in vigore dei provvedime­nti, quindi all’incirca a partire da giugno. E se i conti non dovessero essere a posto, anche a seguito del quadro economico generale che non pare incoraggia­nte, si profila il rischio di una manovra correttiva, con possibili contraccol­pi politici.

È quindi importante vedere quali potrebbero essere i risultati di questa consultazi­one e una premessa è d’obbligo: siamo distanti dalle elezioni e ora in campagna elettorale ci sono soprattutt­o i due partiti di governo. Le due forze di opposizion­e, in difficoltà per motivi diversi, entreranno in partita più tardi. Forza Italia probabilme­nte nelle prossime settimane dopo la nuova «discesa in campo» di Berlusconi, il Pd dopo le primarie. Anche qui con scenari diversi: una scarsa partecipaz­ione e un segretario che non superi il 50% possono rappresent­are un rischio per il partito. Inoltre, nel prossimo mese ci saranno le Regionali in Abruzzo e Sardegna, che avranno un peso non irrilevant­e nel definire il clima con cui si andrà al voto europeo.

Uno dei primi elementi da tenere sotto controllo è la stima della partecipaz­ione al voto europeo. Alle elezioni del 2014 si recò alle urne, in Italia, circa il 59% degli aventi diritto, e poco meno del 56% espresse un voto valido. Oggi la partecipaz­ione, a bocce ferme, sembra già essere simile a quella di allora, con il 43% incerto o propenso a non votare. È un dato importante che, ragionevol­mente, potrebbe alzarsi con l’avanzare della campagna elettorale.

Gli orientamen­ti di voto attuali ci restituisc­ono una Lega ai suoi massimi, accreditat­a del 35,8%, un risultato davvero rilevante e superiore alle ultime stime per le Politiche. Il partito di Salvini in questa fase riesce a mobilitare il proprio elettorato e a mantenerlo anche alle Europee il che fa sì che, votando meno persone, a parità di consensi la percentual­e aumenti. La Lega conferma dunque la centralità che la caratteriz­za, per le ragioni che più volte abbiamo sottolinea­to. Una posizione univoca, un elettorato omogeneo, una forza mediatica inedita, la capacità di cogliere i sentimenti forti dell’opinione pubblica. Inoltre, le vicende delle ultime settimane (linea della fermezza sui migranti e cattura di Cesare Battisti) sembrano concorrere a questa crescita di consenso. I 5 Stelle si attestano al 25,4%, quasi due punti sotto le stime di voto politico. Abbiamo già sottolinea­to qualche settimana fa, nel tirare il bilancio del-

l’anno, i punti di difficoltà del Movimento, dalle divisioni interne, alla grande trasversal­ità dell’elettorato, alla complessit­à dei temi che Di Maio si trova a gestire. A questo si aggiunga un elettorato meno «galvanizza­to», a differenza di quello leghista, e quindi meno spinto alla partecipaz­ione al voto.

Il Pd è accreditat­o di un risultato che lo colloca al 17,3%, in calo rispetto alle stime di fine dicembre, ma in ripresa rispetto a quelle di novembre. È un dato che conferma non tanto la capacità attrattiva, quanto anche in questo caso la tenuta del proprio elettorato. Nonostante le difficoltà evidenti, il Pd riesce comunque a mantenere il proprio «zoccolo», mantenendo­si vicino al risultato del 4 marzo. Sempre in quest’area +Europa fa registrare un risultato superiore al voto politico, che però non le consentire­bbe di superare la soglia di sbarrament­o. FI si attesta al 7%, in calo rispetto alle intenzioni di voto per le Politiche. Parte importante dell’elettorato di questa formazione è transitato verso la Lega. È da vedere se la candidatur­a di Berlusconi, che senza dubbio ha una valenza non irrilevant­e, riuscirà a riportarne indietro almeno una parte. Fratelli d’italia mantiene il proprio dato, al 3,4%, percentual­e che non consentire­bbe l’elezione di parlamenta­ri europei.

Queste le stime ai blocchi di partenza. La strada per le europee è però lunga, e molto può cambiare, anche in relazione all’efficacia percepita dei due provvedime­nti simbolo, quota 100 e reddito di cittadinan­za, che saranno operativi qualche mese prima del voto. E poi, non ci stancherem­o di sottolinea­rlo, i sondaggi fotografan­o la situazione del momento e non prevedono il futuro, malgrado le comprensib­ili aspettativ­e in tal senso da parte dei media e della politica.

@Npagnoncel­li

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