L’ex br Lojacono: l’estradizione? Mai stata chiesta
Parla dalla Svizzera uno degli autori della strage di Via Fani. «Accetterei di scontare qui l’ergastolo»
Alvaro Lojacono, l’ex br condannato per la strage di via Fani e l’omicidio Moro: «Dall’italia — dice — mai chiesta la mia estradizione».
«Sono pronto a farmi processare e a scontare l’ergastolo qui in Svizzera, almeno metteremo fine a questa vicenda». La «vicenda» in questione è il sequestro Moro con l’annessa strage di via Fani e l’uomo pronto a sottoporsi al giudizio è Alvaro Lojacono, uno dei due brigatisti condannati all’ergastolo per l’eccidio del presidente della Dc e della scorta sempre sfuggiti alla giustizia italiana. Lojacono ha rotto un silenzio che durava da vent’anni concedendo un’intervista esclusiva al sito Ticino online (www.tio.ch).
L’ex terrorista vive in Svizzera, lavora come impiegato amministrativo all’università di Friburgo, ha ottenuto la cittadinanza elvetica e ha adottato il cognome della madre (Baragiola). Il 16 marzo 1978 in via Fani era alla guida dell’auto incaricata di provocare l’incidente che «intrappolò» quelle di Moro e della scorta.
Il carcere a vita nei suoi confronti è scaturito dalla sentenza del processo Moro-quater e il nome di Lojacono-baragiola è ritornato alla ribalta dopo che, sull’onda della cattura di Cesare Battisti, Salvini ha detto di voler riportare in Italia i protagonisti degli anni di piombo sfuggiti alla giustizia.
«Ma l’italia non ha mai chiesto la mia estradizione e non so perché» dice Lojacono al sito ticinese; in realtà è il passaporto elvetico che fa da scudo alla riconsegna del terrorista. Berna dice sempre no all’estradizione di suoi cittadini e ogni richiesta si risolverebbe in un buco nell’acqua. L’alternativa è che Roma avanzi una richiesta di «exequatur», un percorso giuridico in base al quale sarebbe una corte svizzera a valutare l’applicazione della pena nei confronti dell’ex Br. «Se questa domanda venisse inoltrata?» domanda Ticino online. «Accetterei senza obiezioni, almeno metteremmo la parola fine a questa vicenda» è la risposta di Lojacono. «Sta dicendo che accetterebbe l’ergastolo da un giudice svizzero»? «Sì».
Ripensando agli anni di piombo Lojacono non mostra pentimento: «C’è stata una “linea della fermezza” lanciata dal Pci al tempo del sequestro Moro, continuata con le leggi d’emergenza e la politica della vendetta che ora ha raggiunto livelli impensabili con l’esibizione del detenuto-trofeo».