Nuotare (senza paura) con lo squalo gigante
L’incontro con Deep Blue (6 metri, il più grande al mondo) nelle acque delle Hawaii «Era mansueto e aggraziato»
L’incontro al largo dell’isola di Oahu, alle Hawaii. La ricercatrice e sommozzatrice Ocean Ramsey si è imbattuta in uno squalo bianco di 6 metri. «Deep Blue», 5 anni, 2,5 tonnellate, sarebbe l’esemplare più grande tra quelli avvistati fino a oggi.
Non è stata una nuotata tranquilla. Elettrizzante, sì. Eccitante, molto. Ma tranquilla proprio no. «Pensavo che il mio cuore stesse per esplodere», ha detto Kimberly Jeffries, una delle due donne che hanno avvicinato lo squalo. Del resto non è da tutti «passeggiare» in acqua con a fianco un enorme pesce di quella natura, lungo sei metri. La foto è impressionante: solo la bocca dell’animale è grande quanto il corpo della sub che sembra accarezzarlo. Siamo nelle acque delle Hawaii, al largo della costa di Oahu, a metà gennaio. Ed è tutto vero.
L’incredibile sequenza, ripresa anche con una telecamera, ha per protagonista Deep Blue, così si chiama lo squalo, attratto dalle calde acque hawaiane dove è stato avvistato da alcuni sub coraggiosi mentre divorava la carcassa di un capodoglio morto. «Pensavo che il mio cuore stesse per esplodere» ha quindi candidamente confessato Kimberly. Con la fotografa c’era Ocean Ramsey (è lei nella foto), nota ambientalista che ha filmato la scena in acqua. Sostiene che Deep è diverso dagli altri, che può distinguere tra cibo ed umani. «Era così mansueto, aggraziato».
Nonostante la brevissima distanza Kimberly insiste nel dire che non si è mai sentita minacciata. «Anche se a fissarlo in acqua ti faceva rabbrividire». Poi però ammette: «Forse è facile parlare così quando sei tornato sano a salvo sulla terra ferma. Ho rischiato. Ma è il sogno di qualunque fotografo riprendere un animale in natura».
Ferdinando Boero, biologo, che insegna Biodiversità all’università Federico II di Napoli, suggerisce di avere prudenza (nell’analisi) quando si parla di squali, soprattutto di quelle dimensioni. «Non è vero che distinguono un umano dal cibo che cercano. In California gli squali bianchi mangiano i leoni marini che attaccano da sotto. Se vedono in superficie un surfista lo aggrediscono perché pensano sia un leone marino. Le tartarughe marine, per fare un altro esempio, mangiano le buste di plastica, perché le confondono con le meduse». Il docente riassume così la conversazione: «Io una passeggiata a nuoto con uno squalo di sei metri non la farei. Bisogna essere dei professionisti per fare certe cose. Nel caso in questione forse lo squalo aveva già mangiato ed era sazio. Allora è vero, non attaccano»
Ocean Ramsey, naturalista che si occupa della conservazione degli squali, era alla guida di una spedizione che aveva come obiettivo l’osservazione dello squalo tigre, più comune in quelle acque. S’è imbattuta casualmente in Deep Blue, che era già stato avvistato in Messico qualche anno fa. La fotografa Kimberly faceva parte della stessa spedizione. Entrambe sono scese in acqua.
«Siamo usciti all’alba e Deep è rimasto con noi praticamente tutto il giorno» ha detto Ramsey. Che spiega il senso del filmato mozzafiato: «Mostrare un lato meno aggressivo degli squali, che di solito fanno notizia solo quando attaccano».