E il leader torna sul predellino: il governo cadrà
L’ex premier in Sardegna: «Molti leghisti me lo hanno detto. Non temo Salvini»
CAGLIARI Dopo l’annuncio della nuova discesa in campo, il predellino. Sembra averci preso gusto, Silvio Berlusconi, con le citazioni dal passato. Stavolta il predellino e la relativa auto non sono in piazza San Babila a Milano, dove nel 2007 annunciò la nascita del Popolo delle libertà. Ma in piazza Italia a Pirri, municipalità di Cagliari, una frazione (ma non chiamatela così che i locali la prendono male). «Questo governo non durerà», sorride lui appoggiandosi al tetto della macchina per salutare questa folla che lo ripaga dopo la piazza mezza vuota della sera prima.
Berlusconi è appena uscito dal bar Mariuccia, un pezzo di storia da queste parti. E lì, dietro un bancone affollato di ravioli di mandorla e pardulas di ricotta, si era lanciato in una originale metafora culinaria: «Il governo è una macedonia impazzita. La gente ha votato i grillini per protesta, perché l’ultimo governo legittimamente eletto dal popolo era stato il mio, nel 2008. Ma adesso sono passati dieci mesi dal voto e gli italiani hanno capito che questi signori non sono in grado di governare».
Sul bavero della giacca brilla lo spillone smaltato per il venticinquesimo anniversario della fondazione di Forza Italia, che cade proprio oggi. «Ho parlato con molti deputati e senatori della Lega — dice Berlusconi tra un selfie e l’altro — e sono tutti consapevoli che non può andare avanti così, che presto questo governo cadrà».
Sembra confermata l’ipotesi di una candidatura alle prossime Europee come capolista in tutti i collegi. E Salvini? «Non lo temo, non mi sento in sfida con lui. Entrambi abbiamo lo stesso obiettivo: portare in Europa un grande cambiamento». Sarà. Resta il fatto che, quando gli chiedono un commento sul decretone appena approvato dal governo con il reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, l’ex premier rinfodera la pistola: «Non potevano non trovare un accordo ma preferisco non immischiarmi in queste cose. Io penso al voto per il Parlamento europeo perché quest’europa dell’austerity, dei burocrati e dei ragionieri non funziona».
Dopo il bar Mariuccia e il predellino bis, Berlusconi risale in macchina per un viaggio a tappe che lo porta fino a Villasimius. «Io — dice entrando al ristorante del porto turistico — sono stato buttato fuori dalla politica attraverso delle porcherie che con la politica non avevano nulla a che fare. Ma adesso la gente ha capito. Vedrete».
d Tra me e il leader leghista non c’è una sfida Entrambi abbiamo lo stesso obiettivo: portare in Europa il cambiamento, l’austerity non funziona Silvio Berlusconi