Corriere della Sera

«Rimanda il discorso», «Tu non parti» Tra Pelosi e Trump è l’ora dei dispetti

Stati Uniti bloccati dallo shutdown. E dallo scontro tra speaker della Camera e presidente

- Dal nostro corrispond­ente Giuseppe Sarcina

WASHINGTON In questi giorni Capitol Hill sembra una scatola vuota. Tutta la discussion­e sullo «shutdown», la paralisi del governo per mancanza di fondi, si è rapidament­e trasformat­a in un duello mai visto tra il presidente e la speaker della Camera. Il repubblica­no Donald Trump e la democratic­a Nancy Pelosi. La prima e la terza carica dello Stato. La rivista Time li ha messi in copertina: Nancy, 78 anni, usa una catapulta, Donald, 72 anni, una fionda. Titolo: «L’arte del duello», con un chiara citazione dell’«arte di fare affari», il primo libro di Trump. Un editoriali­sta del New York Times invece, nota che lo scontro si è ridotto a livelli da «paletta e secchiello». Ed è l’immagine più appropriat­a. Un improvviso ritorno all’infanzia della politica, mentre 800 mila dipendenti pubblici sono senza stipendio da ormai quasi un mese.

Trump vuole 5,7 miliardi di dollari per costruire una parte del Muro al confine con il Messico, promesso nella campagna elettorale. Pelosi risponde: «È immorale».

Il problema è che nell’ultima settimana il confronto sul merito si è interrotto e sono cominciati i dispetti. Ha iniziato Nancy. Mercoledì 16 gennaio: «Sarebbe meglio rimandare il discorso sullo Stato dell’unione per motivi di sicurezza, visto che gli agenti dei servizi segreti non sono pagati». Lo Stato dell’unione è una tradizione solenne e consolidat­a: il presidente si rivolge alle Camere riunite e al Paese, in

diretta televisiva. Quest’anno è programmat­o per il 29 gennaio. Gli inviti, compreso quello al leader americano, sono diramati dalla «Speaker della House of Representa­tives». Nancy Pelosi, appunto. Le motivazion­i per il rinvio fornite dalla leader dei democratic­i sono esagerate. L’intera area di Capitol Hill è sempre presidiata e, come si può facilmente verificare, non è cambiato nulla con lo «shutdown».

Trump è stato colto di sorpresa. Ci ha pensato sopra 48 ore. Ma non per trovare una via d’uscita politica. Giovedì sera qualcuno dei consiglier­i si è affacciato nello Studio Ovale con la soluzione. Poco dopo è partita una lettera formale, indirizzat­a alla «Onorevole Nancy Pelosi»: «A causa dello Shutdown, sono spiacente di informarla che il suo viaggio a Bruxelles, Egitto e Afghanista­n è stato rinviato .... Alla luce degli 800 mila grandi lavoratori americani che non ricevono lo stipendio, sono sicuro che lei sarà d’accordo sul fatto che posticipar­e questo evento di pubbliche relazioni sia totalmente appropriat­o». Firma: Donald Trump. Il messaggio è arrivato quando Pelosi era in ufficio a sistemare le ultime cose, mentre la delegazion­e parlamenta­re era già sul bus dell’air Force, parcheggia­to davanti alla scalinata di Capitol Hill. Sono seguiti minuti di imbarazzo. L’autobus alla fine si è mosso, ma solo per depositare i parlamenta­ri dall’altra parte dell’edificio. Pelosi ha preso in consideraz­ione l’idea di continuare comunque con volo commercial­e. Bocciata dai servizi segreti: non c’erano più le condizioni di sicurezza né per i deputati, né per il contingent­e militare che avrebbe dovuto ricevere gli ospiti all’aeroporto di Kabul, in Afghanista­n. Ieri i due hanno ripreso: Nancy ha accusato Donald di aver compromess­o una missione che doveva restare segreta; Donald ha twittato: «Perché Nancy Pelosi dovrebbe lasciare il Paese per una gita di 7 giorni, mentre 800 mila persone sono senza stipendio?». Finora Trump ha usato un linguaggio pulito con Pelosi. Niente insulti personali. Ma l’ultima parte del tweet somiglia a una strana e oscura minaccia: «qualcuno spieghi a Nancy e ai suoi “grandi finanziato­ri” nel Paese delle vigne, che i lavoratori che raccolgono uva possono avervi facile accesso!».

 ??  ?? «Dear Mr President» Il 16 gennaio Pelosi, che in qualità di speaker della Camera aveva invitato Trump a pronunciar­e il discorso sullo Stato dell’unione, gli scrive per suggerirgl­i di rinviarlo a causa dello shutdown«Dear Madame Speaker» Giovedì sera il presidente ha scritto a Pelosi per informarla che avrebbe rimandato il suo viaggio all’estero: «Sarebbe meglio se restassi a Washington a negoziare con me»
«Dear Mr President» Il 16 gennaio Pelosi, che in qualità di speaker della Camera aveva invitato Trump a pronunciar­e il discorso sullo Stato dell’unione, gli scrive per suggerirgl­i di rinviarlo a causa dello shutdown«Dear Madame Speaker» Giovedì sera il presidente ha scritto a Pelosi per informarla che avrebbe rimandato il suo viaggio all’estero: «Sarebbe meglio se restassi a Washington a negoziare con me»

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