Libia, affonda un gommone con 20 migranti
Nuova tragedia dell’immigrazione nel Mediterraneo. Erano almeno una ventina le persone che si trovavano a bordo di un gommone avvistato ieri pomeriggio da un aereo P72 della Marina militare italiana in volo nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro. L’imbarcazione si trovava in difficoltà, galleggiava a fatica al largo delle coste libiche, circa 50 chilometri a nord di Tripoli. Dall’aereo sono state lanciate in mare due zattere di salvataggio, ma il velivolo ha poi dovuto far rientro alla base per carenza di carburante. L’allarme però era stato diramato e sul luogo è poi giunto un elicottero SH90, decollato dal cacciatorpediniere «Caio Duilio» che navigava a 200 chilometri di distanza. L’intervento dell’elicottero ha permesso di recuperare un naufrago in mare e due sulle zattere, tutti in condizioni di ipotermia. La seconda zattera lanciata in precedenza dall’aereo è risultata invece vuota: probabilmente nessuno è riuscito a salirvi. Tre persone che non davano segni di vita sono state avvistate in acqua. Nessuna notizia degli altri migranti che si trovavano a bordo del gommone. I tre naufraghi recuperati sono stati portati sulla «Caio Duilio». Valutate dal personale medico di bordo le loro condizioni critiche, è stato deciso il trasferimento in elicottero a Lampedusa. Le ricerche delle persone scomparse continuano sotto il comando del Centro di coordinamento libico, che ha assunto la guida del soccorso e dirottato sulla zona del naufragio un mercantile battente bandiera liberiana, con il supporto dell’aereo e dell’elicottero italiani, spiega la Marina Militare. La Ong Sea Watch ha detto nel pomeriggio di aver parlato con il centro italiano che coordina i soccorsi in mare che rifiutava «di dare notizie sostenendo che la Libia è responsabile del caso».