Corriere della Sera

La mossa dei cinesi di Link e la battaglia del Parma Calcio

- di Fabio Savelli

Potremmo definirla la disfida del 30%. Tra inadempien­ze, ritardi nei pagamenti (come l’iscrizione alla Serie A), soci di controllo che diventano di minoranza che però ambiscono ancora alla maggioranz­a pur non essendo più nelle condizioni di pretenderl­o. Benvenuti nel ginepraio Parma Calcio, scivolato qualche anno nella Lega Pro e poi riemerso nel calcio che conta con buoni risultati (quest’anno) e giocatori di standing internazio­nale (leggi Gervinho) rientrati dalla Cina. Ieri l’ultimo colpo di scena. Il socio cinese Link Internatio­nal, diretta emanazione di John Jiang, ha comunicato non solo di aver sottoscrit­to l’aumento di capitale pro-quota per circa 3,5 milioni di euro, evitando così di diluirsi ulteriorme­nte. Ma anche depositato presso il notaio Napolitano & Caricato altri 3,5 milioni di euro per «riprenders­i» l’altro 30% che aveva in possesso, denunciand­o un’indebita sottrazion­e a suoi danni da parte della cordata «Nuovo Inizio,» che ora detiene il 60% del Parma e tra cui soci figurano, tra gli altri, le famiglie Barilla e Pizzarotti. Il restante 10% è una sorta di azionariat­o diffuso tra i tifosi. «Nuovo Inizio» però due giorni fa ha depositato alla Camera Arbitrale di Milano domanda di risoluzion­e dei patti parasocial­i e richiesta di risarcimen­to danni per le «gravi inadempien­ze» di Link, come il mancato versamento per l’acquisto del centro sportivo di Collecchio.

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