«Allestimenti nuovi, repertorio per tutti»
Il sovrintendente Macciardi: crescono gli abbonamenti e l’offerta ora tiene conto anche dei turisti
Se si eccettuano il musical Sweeney Todd di Sondheim e la Salomè di Richard Strauss, comunque titolo iconico del 900, tutte le opere del cartellone lirico sono tra le più popolari e amate: la Trilogia verdiana e il dittico verista, Rossini e Puccini inframmezzati dal Fidelio.
«Chi verrà al Comunale però non vedrà la “solita” Traviata, l’“ennesima” Turandot o i classici Pagliacci, abbiamo scelto allestimenti nuovi o comunque mai visti a Bologna, e soprattutto innovativi; non ci siamo certo messi a saccheggiare i magazzini del teatro» rimarca il sovrintendente Fulvio Macciardi. La scelta del repertorio risponde innanzitutto a una necessità: stabilizzare il bilancio. «Non si va al risparmio, però è indubbio che certi titoli assicurano il sold out; il teatro sta continuando un percorso virtuoso di risanamento e la percentuale d’incremento degli abbonamenti è in doppia cifra».
Altro aumento vistoso è quello dei titoli: «Nove anni fa si allestivano quattro opere e due balletti, quest’anno sono dieci e quattro. È una richiesta che viene anche dalla città perché è aumentata la presenza turistica; oggi chi viene da fuori risiede in media due giorni e mezzo invece che uno e mezzo, e quindi si domanda che cosa può fare la sera».
I vincoli di bilancio non possono però non armonizzarsi con le scelte squisitamente musicali: oltre al Trovatore inaugurale «proporremo una Traviata che Andrea Bernard ambienta in una casa d’arte, un Fidelio collocato da Georges Delnon nella Germania reduce dalle due guerre mondiali, la forte Turandot di Fabio Cherstich firmata per video, scene e costumi dai visual artists russi AES+F».
L’estremo capolavoro pucciniano vedrà protagonisti Gregory Kunde e Mariangela Sicilia, che aveva stupito il pubblico bolognese come Mimì nella Bohème inaugurale Classici Una scena dei Pagliacci di Leoncavallo nella nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna in cartellone dal 17 al 22/12 (foto di Carole Parodi) della stagione 2018. Ben 4 titoli recano firme femminili: di Rosetta Cucchi Sweeney Todd, di Giorgia Guerra l’italiana in Algeri, Emma Dante per Cavalleria rusticana e Serena Sinigaglia per dei Pagliacci «diversi da quelli in stile Liliana Cavani» riprende Macciardi.
A chi potrebbe lamentare l’assenza nel tempio wagneriano d’italia di opere del tedesco, assicura: «C’è il progetto di riproporre negli anni a venire tutti i titoli che ebbero qui la prima esecuzione italiana; i prossimi cartelloni saranno diversi da questo; stiamo riportando al Comunale anche vecchi abbonati che da anni non frequentavano il teatro, con l’obiettivo di condurli anche su lidi lirici meno noti». Ulteriore sintomo di buona salute è l’affiancamento al Comunale del Teatro Manzoni, sede di alcuni dei 10 concerti sinfonici: «Iniziamo con la Seconda, Quinta e Sesta il ciclo integrale delle sinfonie di Mahler; avremo sul podio due donne, la sudcoreana Shiyeon Sung con Dvorak e Bartók e la lituana Giedre Slekyte per Ciajkovskij» illustra il sovrintendente. «Nella Settimana Santa porteremo in San Petronio i rari Stabat Mater di Tartini e Lachner: il coro deve essere protagonista anche nel cartellone sinfonico».