Corriere della Sera

Tra Lega e M5S è lite E Conte «imbrigliat­o» evita di schierarsi

Di Battista all’attacco di Salvini: fa come Macron La replica: parla a vanvera. E Moavero si allinea alla Ue

- di Monica Guerzoni (Epa)

Né con Maduro, né con ROMA Guaidó. Il governo italiano sta con il popolo venezuelan­o e spera in una soluzione democratic­a della crisi, attraverso libere elezioni. Questa la linea «neutrale» e prudente di Palazzo Chigi, che si spiega con la profonda spaccatura in seno all’esecutivo.

Le forti divergenze tra M5S e Lega e poi lo scontro fra Matteo Salvini e Alessandro Di Battista hanno impedito al premier Giuseppe Conte di schierarsi, a caldo, sulla drammatica crisi di Caracas. Finché ieri, dopo ore di mediazioni sul fronte interno e di contatti con i vertici della Ue, la Farnesina ha compiuto un passo verso la fine dell’equidistan­za italiana.

«Ci riconoscia­mo pienamente nella dichiarazi­one comune degli Stati membri dell’ue», ha scritto nero su bianco il ministro Enzo Moavero Milanesi. Parole di chiarezza che stemperano l’imbarazzo, ma ancora non bastano ad allineare l’italia alle posizioni di Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna.

Se il quartetto di testa della Ue si è schierato con il leader dell’opposizion­e Juan Guaidó, al fianco degli Usa, Conte si è detto contrario all’«impositivo intervento di Paesi stranieri». Pd e Forza Italia contestano al premier un silenzio durato troppo a lungo, ma lo staff del presidente assicura che il lavoro diplomatic­o è stato «intensissi­mo». Conte ha dovuto lavorare sodo perché la dichiarazi­one di Federica Mogherini non contenesse i nomi dei due presidenti in lotta tra loro, né riferiment­i all’ultimatum di otto giorni. «Scongiurar­e una escalation della violenza» è la priorità di Conte, che ieri si è confrontat­o con Di Maio.

Il problema, per i pentastell­ati, è la determinaz­ione con cui Matteo Salvini spinge perché il governo si schieri contro Nicolás Maduro. Il M5S è diviso e soffre la spinta «chavista» di Alessandro Di Battista. Con un post su Facebook il leader dell’ala movimentis­ta infila due dita negli occhi al vicepremie­r del Carroccio: «Ma chi è l’ue per legittimar­e un tizio che si sveglia la mattina e dice di essere il nuovo presidente? E Salvini sarebbe l’uomo forte contro i parrucconi dell’unione Europea?». Per il ministro leghista, Parigi, Berlino e Madrid hanno fatto bene a prendere posizione contro Maduro, che sta «piegando con la violenza e con la fame un popolo». Per Di Battista, invece, firmare l’ultimatum della Ue «è una stronzata megagalatt­ica». Cacciare il presidente venezuelan­o per far posto a Guaidó sarebbe per lui «lo stesso identico schema» che si è visto in Libia con Gheddafi, buttato giù «per il petrolio». Queste le tesi di Di Battista, che associa il M5S al suo «non ci sto» e si scaglia contro l’altra metà del governo: «Mi meraviglio di Salvini che fa il sovranista a parole ma poi avalla, come un Macron o un Saviano qualsiasi, una linea ridicola».

La reazione di Salvini è sferzante. Il vicepremie­r ricorda come «milioni di venezuelan­i e migliaia di italiani soffrono la fame e la paura imposti dal regime di sinistra di Maduro» e ironizza sulle teorie del suo antagonist­a: «Di Battista ignora e parla a vanvera». Ma non è finita, perché il sottosegre­tario agli Esteri Guglielmo Picchi apostrofa Di Battista su Twitter: «La tua posizione su Maduro e sul Venezuela è quella del M5S? Di Maio chiarisci». Uno scontro esplosivo per la tenuta del governo, tanto che da Palazzo Chigi si fa notare come Di Battista sia «un battitore libero», privo di incarichi istituzion­ali.

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A Caracas Juan Guaidò, 35 anni, parla ai sostenitor­i Ha proposto amnistia per polizia e militari
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La carta Onu Il ministro degli Esteri venezuelan­o Jorge Arreaza

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