Lite con Sala sui biglietti del tram: troppo cari
Si scrive aumento MILANO del biglietto, si legge conquista di Milano. Quello che all’apparenza sembrava uno scontro (feroce quanto si vuole ma relegato a questioni amministrative) tra il Comune, che con il sindaco Beppe Sala chiede l’integrazione tariffaria dei mezzi pubblici, e la Regione, che con il governatore leghista Attilio Fontana si oppone, si è trasformato in una battaglia dove la posta in gioco è il governo di una delle poche grandi città in mano al centrosinistra. «Ci prepariamo a cambiare anche a Milano, cambiando anche il sindaco — ha detto ieri il leader della Lega, Matteo Salvini — Sono contro l’aumento delle tasse e del biglietto del tram a Milano, penso che sia già sufficientemente caro». «Un glorioso Paese come l’italia ha bisogno di un altro ministro dell’interno» è stata la risposta di Sala. «Ora Salvini ha da dire anche sul biglietto della metropolitana — dice Sala — . Ma prima o poi comincerà a fare quello per cui è pagato e cioè il ministro dell’interno? Il ministro (a tempo perso) spieghi agli italiani quanti dei 600.000 clandestini (come li chiama lui) da rimpatriare (come aveva promesso) sono stati effettivamente rimpatriati». Il retropensiero di Sala che dietro la crisi istituzionale con la Regione ci fosse altro era chiaro già dal mattino: «La mia impressione è che la Regione si stia nascondendo dietro una finta attenzione ai cittadini. È tutta una questione di posizionamento politico e di conflitto politico. La Regione di Roberto Maroni mi sembrava più libera da condizionamenti. Questa non lo è». Dura la replica di Fontana: «Abbiamo dei condizionamenti che derivano dagli interessi dei cittadini, è inutile che il sindaco Sala cerchi di sbarazzarsene facendo delle affermazioni generiche. Noi non possiamo accettare che vi siano delle riforme che vadano a vantaggio di alcuni cittadini e a danno di altri cittadini». La partita su Milano è solo agli inizi.